Cronaca

A Vibo tumore scambiato per sinusite, “mi hanno rovinato” (NOME)

L'odissea di un piccolo imprenditore, intervistato dalla trasmissione "Presa Diretta"

Generico marzo 2024

Ambulatori a pagamento per decongestionare il pronto soccorso degli ospedali, medici pagati con un gettone presenza per sopperire alla carenza di organico delle strutture pubbliche, analisi nei laboratori privati per saltare liste d’attesa di mesi e mesi: la sanità italiana si sta trasformando in una società per azioni?

Presadiretta è andata negli ospedali di Lombardia e Calabria per capire se la trasformazione in atto del sistema sanitario nazionale verso la privatizzazione sia la strada giusta per assicurare il diritto alla salute dei cittadini. Nonostante il governo Meloni abbia investito 2,4 miliardi di euro per aumentare gli stipendi, non si ferma la grande fuga del personale sanitario; tra il 2020 e il 2022 180 mila tra medici e infermieri hanno scelto di lasciare la sanità pubblica, migliaia di loro sono fuggiti in Paesi come la Francia dove guadagnano molto di più e non sono costretti a turni massacranti. A sostituirli negli ospedali sono arrivati i medici e gli infermieri a chiamata, comunemente detti gettonisti, perché lavorano appunto a gettone. Sono organizzati in cooperative e si spostano a seconda del bisogno, dell’offerta e delle condizioni. L’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, ha calcolato che in 4 anni dal 2019 al 2023 i medici e infermieri gettonisti sono costati allo Stato 1,7 miliardi di euro. La spesa più alta in Lombardia con 1400 liberi professionisti in corsia. Ma c’è chi continua a lavorare nel pubblico, che ha fatto di ospedali come il Maurizio Bufalini di Cesena un polo d’eccellenza, punto di riferimento per tutti.

L’odissea di Salvatore Naccari. Tra le presunte vittime della malasanità che saranno intervistate dal conduttore Riccardo Iacona anche il vibonese Salvatore Naccari, 60enne presunta vittima della sanità calabrese. Ad aprile 2022 decide di approfondire un disturbo all’occhio destro con una risonanza magnetica. Per accelerare i tempi, si rivolge ad una struttura privata, le risultanze dell’esame vengono portate all’ospedale “Jazzolino”: “Secondo la loro diagnosi – racconta –  soffrivo di sinusite e otite croniche, oltre ad avere due nervi facciali sovrapposti e stress da lavoro”. Inizia, quindi, le cure ma a quel punto inizia il calvario: subisce un infortunio alla mano sinistra. L’uomo decide di operarsi all’arto in Lombardia e qui approfondisce anche i fastidi oculari, nel frattempo accentuatisi, nonostante le terapie prescritte. I successivi controlli evidenziano, infatti, la presenza di due tumori,  uno nel tratto nasale e un altro in quello faringeo. Viene quindi operato d’urgenza.   “Da quel momento – aggiunge Naccari – la mia vita è radicalmente cambiata. Non riesco più a lavorare (è titolare di un’ azienda di termoidraulica), sono rimasto psicologicamente e fisicamente segnato. E tutto per una diagnosi sbagliata”. Da qui la determinazione ad adire le vie legali perché “ciò che è successo a me non deve succedere a nessun’altro”.

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