Cronaca

Accusato di estorsione mafiosa in Calabria viene scarcerato (NOME)

L'assenza di un pericolo immediato di recidiva e l'ammissione di responsabilità hanno contribuito alla decisione della Corte

toga avvocato

La Corte d’Appello di Catanzaro ha emesso una sentenza che ha riguardato Ivan Ortado, 44 anni, accusato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Dopo aver trascorso circa un anno e sei mesi dietro le sbarre, Ortado passerà ora dalla custodia in carcere all’obbligo di dimora nel comune di Davoli. Questa decisione è stata presa sulla base di molteplici considerazioni, tra cui il tempo già trascorso in detenzione, il deterrente effetto della custodia subita, il carattere isolato e occasionale del reato, nonché l’ammissione di responsabilità nel corso del processo d’appello.

La Corte d’Appello, presieduta da Antonio Giglio e composta da Maria Rosaria Di Girolamo ed Elvezia Cordasco, ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Vincenzo Cicino e Francesco Battaglia. La sostituzione della pena detentiva con l’obbligo di dimora a Davoli è stata giustificata dalla considerazione del tempo trascorso dietro le sbarre, che ha già svolto un ruolo deterrente nei confronti dell’imputato. Inoltre, l’assenza di un pericolo immediato di recidiva e l’ammissione di responsabilità hanno contribuito alla decisione della Corte.

La sentenza della Corte d’Appello ha portato a una significativa riduzione della pena originariamente inflitta a Ortado. Quest’ultimo era stato condannato in primo grado a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione. La decisione di trasferirlo dall’ambiente carcerario all’obbligo di dimora è stata accompagnata da prescrizioni cautelari aggiuntive, tra cui il divieto di allontanarsi dalla residenza nelle ore notturne, dalle 20:00 alle 7:00, al fine di garantire un migliore controllo sul suo comportamento.