Cronaca

Ciclista travolto e ucciso in Calabria: chiesto un rinvio a giudizio (NOME)

La donna alla guida dell’auto ha impattato contro la bici del 74enne, deceduto sul colpo

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Al termine delle indagini preliminari sul tragico incidente stradale occorso il 9 giugno 2023 ad Amantea, in provincia di Cosenza, e costato la vita al settantaquattrenne Salvatore Di Buono di San Lucido, il Pubblico Ministero della Procura di Paola, Ernesto Sossano, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per M. G., 47 anni, residente ad Amantea, la conducente dell’auto che ha travolto la bicicletta su cui procedeva la vittima.
Riscontrando la richiesta, il gup del Tribunale di Paola, Carla D’Acunzo, ha fissato per il 18 settembre 2024, alle ore 10, l’udienza preliminare di un processo dal quale i congiunti dell’anziano si aspettano risposte. Il sinistro, rilevato dai carabinieri della locale stazione e poi ricostruito nei dettagli dall’ingegnere Salvatore Cetraro, il perito a cui il Sostituto Procuratore ha affidato l’incarico di redigere una consulenza tecnica cinematica ad hoc, è accaduto, il 9 giugno dello scorso anno, poco prima delle 18.30, ad Amantea lungo la Statale 18, e il Sostituto Procuratore ne ascrive la responsabilità all’indagata a cui imputa di aver causato il decesso del ciclista «per colpa generica consistita in imperizia, negligenza e imprudenza nonché per la specifica violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, in particolare degli articoli 140 del Codice della Strada (principio informatore della circolazione), 141 e 142 (velocità e limiti di velocità) e 148 (sorpasso)» per citare la richiesta di rinvio a giudizio.

L’incidente
Mentre era alla guida di una Volkswagen Touran e percorreva la SS 18 in direzione nord sud, «a velocità elevata e non commisurata alle condizioni stradali – prosegue l’atto del magistrato inquirente -, giunta al km 347+730, in prossimità di un dosso presegnalato, superando la bicicletta di Di Buono che procedeva lungo la stessa direzione, urtava con l’estremità anteriore destra del veicolo il velocipede sull’estremità sinistra del manubrio». Un urto fatale perché, conclude il Pm, «a seguito della collisione Di Buono impattava con la spalla sinistra e con la zona temporo-parietale sinistra sul montante anteriore destro e sul contiguo parabrezza dell’autovettura», rovinando poi sull’asfalto e riportando un gravissimo traumatismo; in particolare, oltre a plurime fratture costali, un devastante «trauma al capo con emorragia subaracnoidea e frattura della base cranica» che ne hanno causato il decesso praticamente immediato, come attestato dalla perizia autoptica affidata dal Pm al medico legale Saverio Gualtieri, che sostiene come la morte sia stata dovuta alle conseguenze del sinistro. Alle operazioni peritali ha partecipato, quale consulente tecnico per la parte offesa, anche Raffaele Gangale messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A.

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