Politica

«Vibo, sanità al collasso e ospedale fatiscente», il Pd scende in piazza

Sit-in organizzato dal consigliere regionale Raffaele Mammoliti. Presente, tra gli altri, il responsabile Sanità dei dem Marina Sereni

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Un sit-in attraverso il quale «manifestare, innanzitutto, vicinanza agli operatori sanitari». Senza esitazione, hanno parlato di una «sanità sempre più al collasso a Vibo Valentia», di un ospedale «obsoleto e a tratti fatiscente, con carenza di medici, turni massacranti per il personale, soprattutto al Pronto soccorso».

Di questo e altro ancora si è discusso davanti allo Jazzolino di Vibo Valentia nel corso di un’iniziativa pubblica promossa dal consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Mammoliti, cui, tra gli altri, hanno preso parte il segretario provinciale del Pd Giovanni Di Bartolo, il capogruppo dem a palazzo Campanella, Domenico Bevacqua, la vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale Amalia Bruni, e Marina Sereni, responsabile Sanità della segreteria nazionale del Partito democratico, cui sono state affidate le conclusioni. «Noi non intendiamo favorire e foraggiare la sanità privata, perciò quella odierna – ha spiegato Mammoliti – è una azione intrapresa a difesa del sistema pubblico». Il consigliere regionale ha poi spostato le attenzioni sulle condizioni di degrado strutturale in cui versa lo Jazzolino e, di conseguenza, sulla costruzione del nuovo ospedale. «La costruzione del nuovo ospedale – ha aggiunto – non è soltanto un’infrastruttura strategica per il miglioramento della sanità vibonese, ma rappresenta una occasione fondamentale per affermare la legalità, anche se nel frattempo, atteso che le risorse ci sono e che vanno spese, bisogna mettere in sicurezza l’esistente».

Le conclusioni affidate a Marina Sereni: «Ci sono tre aspetti che ci preoccupano e rispetto ai quali faremo battaglia. Le risorse che sono state ridotte nel fondo sanitario nazionale proponiamo di aumentarle almeno di 4 miliardi per i prossimi 5 anni per arrivare alla media europea. Se non si fa questo si va verso una privatizzazione strisciante della sanità. Poi – ha proseguito l’esponente dem – mancano medici, infermieri e tecnici, serve un piano straordinario di assunzioni. Infine, l’autonomia differenziata: diciamo no alla riforma Calderoli, perché – ha concluso – vogliamo che i cittadini calabresi abbiano gli stessi diritti e le stesse possibilità di curarsi dei cittadini del Centro-Nord».

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