Politica

Migranti: “La Calabria fa la sua parte, ma serve la responsabilità di tutti”

Parla il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso: "Bene Occhiuto sui Centri permanenti per il rimpatrio dei migranti"

migranti

“La questione migranti – ha sottolineato Papa Francesco a Marsiglia – è ‘un dato di fatto dei nostri tempi’, che impone alle Istituzioni di ogni livello di fare la propria parte”.

Per il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso, “un fenomeno cosi complesso, con 140mila persone sbarcate sulle coste italiane che saranno 200 mila a fine anno mentre  l’Africa entro la conclusione del secolo farà 4 miliardi di abitanti, non può essere trattato ideologicamente, opponendosi pregiudizialmente alle iniziative del Governo. Occorre anche in Italia, come ha detto sabato il Papa in riferimento all’Europa, che sia affrontato con una responsabilità ‘in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà’. Apprezzabile, in tal senso, la disponibilità immediata del presidente Occhiuto, ad avere in Calabria uno dei ‘Centri permanenti per il rimpatrio dei migranti’, perché ognuno è giusto che faccia la propria parte. Luogo di sbarchi quotidiani (circa 30 mila arrivi finora), la Calabria ha sempre dimostrato, con i suoi sindaci e l’intera rete dell’accoglienza, slancio solidaristico e rispetto dei diritti delle persone che fuggono da aree invivibili”.

Aggiunge Mancuso: “Il Governo italiano e i suoi Ministri tanno facendo il possibile, per  favorire flussi migratori legali, contrastare le reti criminali coinvolte nel traffico dei migranti, implementare l’integrazione e  interloquire con i Paese di partenza e di transito, ma è l’Europa che sulla questione migranti deve battere un colpo. Incalzata dal nostro Governo, ha presentato a Lampedusa 10 punti su cui agire, tra cui la realizzazione di corridoi umanitari per chi necessita di asilo e protezione e canali d’ingresso legali per chi è alla ricerca di una vita dignitosa. Rimane l’urgenza – conclude Mancuso – che l’Europa si doti di una strategia che combini il controllo efficace delle sue frontiere esterne con politiche e risorse per l’accoglienza e l’integrazione, funzionali anche alle esigenze del mercato e dell’economia degli Stati aderenti”.

Più informazioni