Cronaca

Disoccupato, con la moglie malata e un figlio adolescente: il giudice lo assolve

L'uomo di 48 anni era stato scoperto in possesso di una piccola quantità di cocaina.

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Un giudice monocratico a Roma, in occasione di una sentenza che ha portato all’assoluzione per particolare tenuità del fatto, ha rivolto parole di speranza a un uomo di 48 anni scoperto in possesso di una piccola quantità di cocaina. Nel corso degli eventi del 26 agosto, l’uomo era stato arrestato mentre si trovava a bordo di un’auto a noleggio, dopo essere stato fermato dai carabinieri di Città Giardino. Durante una perlustrazione, i militari avevano rinvenuto una modesta quantità di sostanza in polvere, sia nel vano poggia-braccio della portiera dell’auto, sia addirittura nascosta all’interno della sua bocca.

Durante l’interrogatorio davanti al giudice, l’uomo ha raccontato la sua storia, segnata da una serie di difficoltà personali. Ha condiviso le sfide derivanti dalla perdita del lavoro all’estero, che lo ha reso disoccupato e privo di risorse, insieme alle battaglie legate alla malattia della moglie, costretta a frequenti ricoveri ospedalieri. Ha riferito di vivere con la sua famiglia in una casa occupata e di affrontare limitazioni economiche gravi, incluso l’uso di un solo cellulare per tre persone e l’assenza di un’auto. Ha inoltre menzionato il suo figlio adolescente, che doveva riprendere gli studi in una scuola italiana a settembre.

L’uomo ha fornito dettagli sul presunto coinvolgimento in attività di spaccio, sostenendo che la cocaina doveva essere consegnata in un pub poco distante. Ha rivelato di aver ricevuto un messaggio su WhatsApp con l’indirizzo di consegna e le istruzioni, senza però rivelare l’identità di chi lo avesse contattato per questa attività. Durante l’ispezione del suo telefono, originariamente sequestrato, sono state trovate conversazioni che sembrano testimoniarne le attività illecite. Nel suo passato risulta un solo precedente legato a una situazione simile con la cocaina, datato ottobre 1994.

Il giudice ha convalidato l’arresto effettuato dai carabinieri, riconoscendo la correttezza dell’operato delle forze dell’ordine. Tuttavia, in seguito a un processo abbreviato, ha accolto la richiesta della difesa, tenendo conto della modesta quantità di sostanza sequestrata, e ha assolto l’imputato. Quest’ultimo, appresa la notizia del rilascio del suo cellulare, ha esalato un sospiro di sollievo, dato che quel telefono era utilizzato per coordinare le visite ospedaliere della moglie.

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