Salute & benessere

Scuola, social network e disturbi del comportamento alimentare (VIDEO)

Un interessante mattinata presso il Liceo Scientifico Giuseppe Berto Organizzata dal Lions Club Vibo Valentia

Lo slogan “dove c’è un bisogno c’è un Lions” è stato preso alla lettera da Giusi Russo, medico anestesista e socia del Lions Club Vibo Valentia, sia dal punto di vista professionale che da quello sociale cercano di individuare alcune problematiche che si possono riscontare nella popolazione vibonese.
La sua attenzione è stata subito attirata da alcune situazioni riscontrate in un pubblico piuttosto giovane, quello degli adolescenti, che spesso si fanno condizionare da fattori esterni alla famiglia, alla scuola e alla più stretta cerchia di conoscenti. E così nasce l’idea di sviluppare un service nell’ambito delle attività lionistiche che coinvolga anche il mondo giovanile e quello della scuola: “Disturbi del comportamento alimentare e social network” per discutere di un fenomeno in forte crescita nel nostro territorio e con risvolti spesso drammatici. Obiettivo: fare prevenzione e creare una rete di supporto per chi ne soffre.
La platea scelta è stata quella del Liceo Scientifico Giuseppe Berto di Vibo Valentia dove circa 200 studenti hanno potuto ascoltare alcuni esperti che hanno spiegato quali possano essere le conseguenze di una anomala interpretazione dei messaggi che si possono vedere e sentire nei social, il tutto grazie alla collaborazione tra i Lions Club di Vibo Valentia e il Centro Regionale di Riferimento per i disturbi del comportamento alimentare di Catanzaro.
All’incontro, organizzato proprio da Giusi Russo e aperto dalla dirigente scolastica Licia Bevilacqua, hanno anche preso parte il Presidente di club Fabio Scarcella, il Presidente di Zona 22 Nicola Fusca, il Presidente della X° Circoscrizione Giorgio de Filippis, oltre naturalmente ai relatori: Marianna Rania, psichiatra presso l’ambulatorio di ricerca clinica e terapia dei disturbi alimentari; Mariateresa Bevilacqua, dietista presso l’ambulatorio di ricerca clinica e terapia dei disturbi alimentari; Luigi Anastasio, specialista in medicina interna e Michele Roccisano, avvocato e docente di Diritto.
Nel corso del meeting è emerso che spesso la logica che governa il mondo dei social network genera un «sistema di credenze – ha sottolineato la dirigente scolastica Licia Bevilacqua – che inneggia alla magrezza e la equipara alla salute e alla virtù morale, promuovendo la perdita di peso come un modo per elevare lo status sociale e demonizza determinati cibi e stili alimentari mentre ne eleva altri».
Da quanto emerso nel corso del dibattito, i dati sono allarmanti. Infatti, «i disturbi del comportamento interessano in particolare le fasce più giovani d’età – ha rimarcato la dottoressa Marianna Rania -, con un riscontro anche nei giovanissimi negli ultimi anni a partire dagli 8 anni. E riguardano quattro milioni di italiani che rappresentano il 40 per cento della popolazione, il 70% sono giovani di cui il 90% femmine e 10% maschi. E il Covid ha esasperato la situazione con aumento del 40% rispetto alla situazione precedente. Tuttavia i dati sottostimati – ha continuato – poiché la maggior parte delle persone non arriva alle cure».
In questo contesto, quindi, «la scuola non ha soltanto il dovere di sviluppare competenze e abilità nei giovani, ma ha soprattutto il compito di fornire strumenti per comprendere il mondo che li circonda – ha evidenziato la dirigente scolastica -, attraverso attività di prevenzione e di informazione. I social network, infatti, rivestono un ruolo molto importante nel percorso di crescita dei ragazzi, pertanto obiettivo primario della scuola è anche quello di indicare un corretto modo di rapportarsi con queste realtà».
Un importante contributo lo ha anche dato Domenico Consoli, specialista in neurologia e neurofisiopatologia e primario emerito di Neurologia presso l’ospedale Iazzolino di Vibo Valentia che ha affermato che «Abbiamo spostato il nostro asse neurotrasmettitoriale verso la necessità costante e urgente di ricercare e ottenere velocemente la felicità attraverso stimoli che producono motivazione e ricompensa grazie al rilascio di dopamina. Questa necessità urgente trova spazio proprio nei social network. Tuttavia il prototipo di perfezione estetica proposto dai social network può provocare patologie che sfociano anche in disturbi alimentari e del comportamento».

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