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Rinascita | Mantella, quel boss del Vibonese e l’omicidio fallito

Il pentito ha ricordato che da ragazzino, vedeva il suo "mito criminale" passare da Vena di Ionadi "e lo salutava"

mantella andrea rinascita scott

“Razionale mi ha parlato che voleva uccidere Peppe Cirianni per fargli pagare quello che gli aveva fatto. Mi chiese se io ero disponibile a ucciderlo perché aveva saputo che Cirianni era a Livorno. Io dissi che non c’era nessun problema che lo vado ad ammazzare io”. In seguito l’omicidio non andò in porto. “Non so perché Razionale ha cambiato idea”. A riferirlo è stato il collaboratore di giustizia Andrea Mantella, tempo addietro, nel contro interrogatorio al processo Rinascita Scott parlando di Saverio Razionale, boss di San Gregorio D’Ippona (Vibo Valentia), imputato nel maxiprocesso per associazione mafiosa e anche per omicidio. Cirianni, già noto alle forze dell’ordine, rimase comunque vittima di un agguato, il 20 febbraio del 1993, in cui rimase ferita in modo grave la figlia che aveva un anno, un’altra figlia, lui e la moglie. Nel controesame, Mantella ha ricordato che da ragazzino, alla fine degli anni ’80, vedeva il suo “mito criminale” (“un falso mito» ha detto oggi in aula) passare da Vena di Ionadi “e lo salutavo”.

Il collaboratore, ha riferito di avere conosciuto personalmente Razionale nel 1999 nel carcere di Paola dove gli avrebbe fatto da padrino durante una cresima nella cappella del carcere e gli avrebbe poi regalato un orologio. Mantella ha poi detto di essere stato in una sola occasione nell’abitazione romana di Razionale. La descrizione dei luoghi fa sorgere una lunga discussione tra il collaboratore e la difesa. Mantella ha insistito nel dire di avere fatto il riconoscimento del luogo con il Ros centrale a Roma e di avere riconosciuto abitazione, piscina, campi da tennis, l’antenna. Sulla descrizione il collaboratore non ha ricordato alcuni particolari ed ha affermato che “da remoto non sono in grado di dare una risposta” dicendosi più propenso a un sopralluogo. (Ansa).

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