Politica

Anche in Calabria, Fratelli d’Italia primo partito. Exploit M5S a Cosenza. PD nel precipizio.

Prime considerazioni a caldo sul voto del 25 settembre

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Il Sud dall’attitudine assistenzialista premia il partito del reddito di cittadinanza ed offre il trampolino della ripartenza al Movimento 5 Stelle ridisegnando anche le gerarchie pentastellate, dove Conte subentra di fatto a Grillo e si prende coram populi il partito che lo riconosce suo leadership.
È questa la vera sorpresa che esce dalle urne del 25 settembre, perché che vincesse il centrodestra – o meglio, il destra-centro – era più che scontato. Certo, non nelle proporzioni scaturite, perché – ed è questo un altro aspetto da evidenziare – Giorgia Meloni affiancata dai suoi Fratelli d’Italia ha fatto un sol boccone dei suoi oppositori, interni ed esterni. Ha sbaragliato i suoi alleati che ha staccato a distanza abissale, oltre ad aver annullato i suoi oppositori ufficiali.
Se questo è il commento a caldo del dato nazionale, altro discorso bisogna fare pensando alla realtà calabrese.
Innanzitutto, non è esagerato definire “storico” quanto accaduto a Cosenza. L’uscente Anna Laura Orrico, esponente pentastellata, si riconferma alla Camera battendo il centrodestra ed il suo rappresentante, un nome di peso quale quello di Andrea Gentile. Mettere fuori dal Parlamento la famiglia Gentile è un’impresa da titani, ma fotografa una evoluzione del territorio da non sottovalutare, anche perché la vittoria della Orrico impedisce alla coalizione del futuro premier (sarà la Meloni, non dovrebbero esserci più dubbi!) di fare bottino pieno e segnare quel clamoroso strike nell’uninominale, che rimane di conseguenza solo sfiorato.
Ise si guarda a sinistra, il dramma politico sembra ormai consumarsi: in un precipizio è sprofondato il PD, addirittura quarto partito in Calabria. Una sconfitta bruciante dove all’uninominale conquista uno scandaloso zero, mentre deve aspettare i conteggi del proporzionale per sperare di portare almeno un senatore ed un deputato: una caporetto!
Fa la sua figura il “terzo polo” di Calenda e Renzi; poi, null’altro da segnalare.
Ora, una volta conosciuti i nomi definitivi degli eletti, si passerà all’analisi politica. Nel centrodestra, se Forza Italia da un lato canta vittoria segnalando un dato che in Calabria è doppio rispetto a quello nazionale, dall’altro non può non tenere in considerazione il sorpasso interno di Fratelli d’Italia, che ruba il posto di primo partito in regione. Nel centrosinistra, il PD non può più rinviare la resa dei conti. Il silenzio del segretario regionale Irto (che spera, almeno lui, di avere in posto a Roma) è sintomatico: ha annunciato che parlerà solo dopo la conclusione dei conteggi: intanto, rifletterà su cosa dire e su come confrontarsi con quel vecchio establishment che da troppo tempo ha ingessato il partito accompagnandolo verso l’attuale debacle.
Il harakiri di Di Maio trascina fuori dal parlamento la tropeana Dalila Nesci, sottosegretario al Sud. Si è spesa con grande generosità, ai è mossa sul territorio instancabilmente, ma la sconfitta appare netta e senza appello
Voci trionfali per il M5S… e non potrebbe essere altrimenti! Porta in dote al suo leader Conte la “storica” vittoria sulla “roccaforte gentile” di Cosenza e l’exploit al proporzionale: cosa chiedere di più!
Ultima annotazione. Sono stati eletti due assessori regionali, Orsomarso e Minasi. Ad Occhiuto viene offerta, quindi, la ghiotta occasione di un rimpasto alla sua giunta. Si limiterà ad una banale sostituzione? Come sfrutterà questa appetitosa occasione?

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