Scuola & università

L’Università della Calabria compie mezzo secolo di vita

Si tratta del Campus più grande d'Italia con i suoi 200 ettari. Il rettore: «Più di 100 mila giovani calabresi si sono laureati all’Unical».

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L’Università della Calabria avviava i corsi nell’autunno del 1972, e proprio oggi, il campus più grande d’Italia compie 50 anni. Duecento ettari immersi nel verde, insieme ad aule e a 120 laboratori, oltre 2.500 posti letto, 5 mense, due teatri, due cinema, due anfiteatri, il sistema bibliotecario più grande del Sud Italia, l’orto botanico e i musei, un Centro sportivo, il Centro sanitario, un polo d’infanzia, un incubatore di startup innovative, un Polo tecnologico che si sviluppa intorno a una innovativa sorgente a raggi X. Ed è un’università che, dal profondo Sud Italia, non rinuncia alla sua vocazione internazionale e al suo protagonismo oltre i confini nazionali, come testimoniano le oltre 5.000 domande di iscrizione da studenti provenienti dall’estero, i tanti progetti vinti, i risultati eccellenti ottenuti in bandi competitivi, le posizioni di rilievo guadagnate dalle classifiche.

Per celebrare l’anniversario e gli obiettivi raggiunti, come riporta il Corriere della Calabria, l’Università della Calabria apre l’anno accademico 2022/2023 con una giornata speciale, con ospite d’onore – in collegamento – il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Questa sera, invece, è atteso il concerto del musicista Goran Bregovic. «Più di 100 mila giovani calabresi si sono laureati all’Unical, oggi costituiscono la classe dirigente della Regione realizzando come era nei sogni dei padri fondatori secondo i quali l’unità della Calabria aveva come obiettivo primario la formazione della futura classe dirigente», sottolinea il Magnifico Rettore dell’Unical Nicola Leone.

«Oggi gran parte degli insegnanti e dei dirigenti, sono laureati Unical, io stesso ho conseguito la laurea nel nostro Ateneo così come ha fatto il nostro presidente della Regione, Roberto Occhiuto». Sul ruolo dell’Unical, il rettore precisa: «L’Unical da sola non basta, lo sviluppo socio-economico della Regione necessita del ruolo della politica ed ovviamente dalla realizzazione di infrastrutture per i trasporti per i servizi, da un sistema sanitario efficiente». Ora c’è una grande opportunità, quella dei fondi del Pnrr. «L’Unical, solo nel 2022, ha già vinto bandi per più di 100 milioni di euro», continua Leone. Che aggiunge: «Tra gli obiettivi strategici, ci siamo posti quello di garantire la copertura del 100% delle borse di studio, è un Ateneo che ora si rivolge anche e soprattutto alle classi più deboli», con una impronta decisamente internazionale. «Noi abbiamo ben 10 lauree magistrali erogate in lingua inglese, lauree magistrali internazionali che hanno ricevuto più di 5000 domande realizzando un altro sogno di Andreatta che immaginava un Ateneo punto di riferimento, non solo per la Calabria, ma anche per tanti studenti provenienti da nazioni di tutto il mondo».

«Guardiamo particolarmente al Mediterraneo – aggiunge – che costituisce un grande bacino da cui attingere e mostra interesse verso le nostre attività. L’Università non deve essere provinciale ma deve poter guardare avanti e al futuro. A tal proposito abbiamo da poco anche attivato una call aperta agli scienziati di tutto il mondo per tastare la loro disponibilità a collaborare con l’Unical. Posso dire che abbiamo ricevuto attestazioni molto lusinghiere».

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