Politica

Promesse da demagogo o … da campagna elettorale?

E’ appena il caso di sottolineare, infatti che nessuna di queste promesse elettorali è accompagnata da alcuna analisi ex post sul suo costo effettivo

alberto capria

DEMAGOGIA: pratica politica tendente ad ottenere il consenso con promesse difficilmente realizzabili o la cui possibilità di realizzazione non sia stata preventivamente testata.

Da qualche giorno sono stati presentati i programmi di governo; partiti, movimenti e coalizioni – tutti europeisti ed … atlantisti – si presentano agli elettori con proposte demagogicamente semplici: ancora reddito di cittadinanza, quota 41, flat tax, un milione di alberi, mille euro al mese ad ogni pensionato, mille bar e edicole multifunzione in 1.000 piccoli comuni che… “offrano funzioni base” (cioe?).
Ovviamente non mancano gli evergreen: ponte sullo Stretto e, come da 30 anni a questa parte, equiparazione degli stipendi dei docenti italiani alla media europea unita alla eliminazione del precariato storico.
In questo modo, in un clima di generale sfiducia verso la politica, si ritiene – non a torto se si considerano alcune ingiustificate performance elettorali recenti e datate – più facile conquistare il consenso giocando a chi la spara più grossa; o, meglio, a chi parla senza cognizioni di causa.
E’ appena il caso di sottolineare, infatti che nessuna di queste promesse elettorali è accompagnata da alcuna analisi ex post sul suo costo effettivo; nessuno “studio di fattibilità”, nessun esame ed individuazione delle eventuali fonti dalle quali attingere le risorse per poterla attuare e, quindi, sulle conseguenze in termini di stabilità finanziaria sul lungo periodo: quello che interessa le future generazioni!

Quanti sono i pensionati che percepiscono un assegno mensile molto inferiore a 1000 euro e quanti quelli che, senza raggiungerla, si avvicinano a questa cifra? Quanto costerebbe ogni anno l’aumento (giustissimo) a 1000 euro del minimo pensione? Cosa comporterà quota 41 e cosa il prosieguo del reddito di cittadinanza? Qual è la proiezione economica per equiparare – cosa buona e giusta – gli stipendi degli ottimi docenti italiani alla media degli omologhi tedeschi, francesi, svedesi? C’è stata una preventiva interlocuzione con l’INPS? Dopo avere avuto contezza dei costi delle promesse, i futuri Soloni ci vorranno preventivamente dire dove troveranno le risorse, dato che con i cambiamenti climatici gli arcobaleni – al termine dei quali come si sa, ci sono pentole piene d’oro – sono sempre più rari? Possiamo cioè reggere la realizzazione di queste “fantasie elettorali”?

La varie televisioni, i giornali ed i social, anziché fare il tifo o, citando Eco, dare fiato ad orde di imbecilli, potrebbero svolgere un ruolo critico nell’analizzare la fattibilità di quanto annunciato? E, ove non trovino nulla di concreto per la realizzazione, potrebbero bollarla come autentica “boutade”?
“Cercate di promettere un po’ meno di quello che ipotizzate di realizzare qualora vinceste le elezioni” diceva Alcide De Gasperi.
Altri tempi e, soprattutto, ben altra …statura!

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