Cronaca

Annullata l’interdittiva antimafia applicata ad una cooperativa vibonese

Il Consiglio di Stato, a seguito di pubblico dibattimento, ha pronunciato sentenza definitiva di rigetto dell’appello proposto dal Ministero dell’Interno

Album di default

In data 23 giugno 2022 il Consiglio di Stato, a seguito di pubblico dibattimento, ha pronunciato sentenza definitiva di rigetto dell’appello proposto dal Ministero dell’Interno avverso la sentenza del Tar Calabria con la quale si era annullata, in quanto illegittima, l’informazione antimafia interdittiva emessa dalla Prefettura –U.T.G. di Vibo Valentia in data 2 ottobre 2018.

Il Consiglio di Stato ha pienamente accolto i motivi di difesa proposti da Atena Servizi attraverso il difensore Domenico Sorace del Foro di Vibo Valentia, ritenendo che, “in definitiva, l’atto di appello, pur a fronte di rilievi specifici che hanno indotto il primo giudice a disarticolare in modo analitico la trama dei riferimenti operati dalla Prefettura, si trincera dietro formule enunciative di principi generali-scarsamente ancorati alla specificità del caso concreto”. Inoltre, a proposito della procedura di amministrazione giudiziale a suo tempo accordata ad Atena Servizi, l’Organo supremo di giustizia amministrativa ha avuto modo di osservare che, “sebbene si tratti di dato sopravvenuto privo di dirette ed immediate implicazioni nel giudizio di legittimità della pregressa informativa, esso pare indirettamente dequotare la rilevanza dei rapporti in quel contesto valorizzati, in quanto riconosciuti, a distanza di pochi anni, del tutto privi di un potenziale pregiudicante e di qualunque riverbero di attualità”. Peraltro, il Consiglio di Stato ha altresì osservato che essi “sono stati ridimensionati dal giudice di primo grado sulla base di una segnalata assenza di elementi di riscontro e supporto in grado di conferire loro la necessaria consistenza di dato sintomatico di apprezzabile valenza indiziaria”.

Tesi confermata anche dall’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Catanzaro che, nell’arco dei 24 mesi del suo mandato “conduce a far emergere, per un primo profilo, la correttezza della gestione dell’impresa, sia sul piano amministravo che sul piano economico finanziario, e, per altro profilo, la carenza di elementi e circostanze fattuali indicativi di un eventuale pericolo di tentativi di infiltrazione mafiosa nell’impresa al fine di condizionare la compagine societaria, l’amministrazione o la gestione verso interessi estranei all’impresa e propri di sodalizi o soggetti appartenenti o indiziati di reati in materia di criminalità organizzata”.

Il presidente della Cooperativa, Cristian Vardaro, preso atto di tutto quanto sopra, nonché dei precedenti ed unisoni pronunciamenti del Tar Calabria e del Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, ha dichiarato quanto segue: “finalmente la verità è definitivamente prevalsa su tutto, anche se si sono dovuti attendere quasi 4 anni, subendo, oltre ai danni economici, anche ripercussioni negative sull’immagine e sulla reputazione dell’organo gestionale della cooperativa e dei suoi singoli componenti. Ho sempre confidato nel tempo e nella giustizia, che si sono sempre dimostrati alleati di chi agisce nella legalità. Intendo ringraziare l’Avv. Domenico Sorace perché con determinazione e alta professionalità ha sposato la nostra causa, credendo fin dall’inizio nella correttezza e trasparenza delle attività che erano state intraprese dal sodalizio oggetto dell’interdittiva”.

Più informazioni