Cultura & spettacolo

Vibo, successo per la presentazione di “Malinverno” di Domenico Dara

Conclusa la ricca rassegna organizzata dalla libreria "Cuori di Inchiostro"

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Si è conclusa col botto la rassegna di presentazioni curata dalla libreria “Cuori d’inchiostro” di Vibo Valentia. Giovedì scorso l’appassionata e stacanovista Francesca Griffo e l’eclettico e affabile Corrado L’Andolina, sindaco di Zambrone, hanno dialogato con l’autore di “Malinverno”, Domenico Dara. Dara è uno scrittore e insegnante calabrese che, come tanti altri nostri conterranei, è emigrato e si è realizzato fuori regione; ma non ha dimenticato le sue origini girifalcesi e la sua calabresità ha influenzato anche la sua produzione letteraria. “Malinverno”, edito da Feltrinelli nel 2020, è il suo terzo romanzo e due anni fa è stato anche finalista nel Premio Rhegium Julii; Rebecca Molea, in una sua bella recensione, scrive che “racconta l’amore per i libri, la fantasia, l’immaginazione”.

Nel paese immaginario di Timpamara vive Astolfo Malinverno, zoppo fin dalla nascita, malinconico, sognatore, amante dei libri; personaggio dal nome ariostesco (ma non è l’unico personaggio del romanzo ad avere un nome letterario) fa il bibliotecario comunale, ma ben presto gli viene chiesto di diventare anche il guardiano del cimitero. E così questo secondo impiego, pomeridiano, diventa ulteriore occasione, per il protagonista, di andare a caccia di storie e di racconti, aggirandosi tra le tombe. In questo sfondo di morte non può mancare l’amore: un giorno Astolfo rimane catturato da una lapide senza nome, su cui si trova solo la foto di una donna bellissima. Bellissima, ma con uno sguardo malinconico che gli ricorda Madame Bovary, la protagonista del famoso romanzo di Flaubert di cui Malinverno era innamorato. Darà proprio il nome Emma a questa defunta sconosciuta e farà spesso visita alla sua lapide, per conversare, per cercare di capire di più, per sognare. Un giorno al cimitero appare, come per magia, una donna misteriosa, che ha gli stessi occhi di “Emma” e forse, addirittura, è la stessa persona…

Rispetto ai due romanzi precedenti, “Malinverno” non è scritto in un misto di calabrese e italiano regionale, ma mantiene comunque, nella sintassi e nello stile, tradizionalità e allo stesso tempo vivacità, come un moderno cantastorie che cattura e coinvolge. “Scrivere e narrare sono due cose diverse – ha affermato in un passaggio L’Andolina – e Cara è anche un buon narratore”.

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