Cultura & spettacolo

“Il popolo di Mezzo”, Mimmo Gangemi spopola anche nella libreria “Cuori d’inchiostro”

L’autore ha dialogato a Vibo con Francesca Griffo e Michele Andronico; letti dei passi del romanzo, spazio alle domande del pubblico

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La rassegna di dialoghi con gli autori organizzata dalla libreria “Cuori d’inchiostro” ha visto, nella giornata del 28 luglio, la presentazione de “Il popolo di mezzo” di Mimmo Gangemi, molto partecipata nonostante il caldo. L’ultimo lavoro dell’ingegnere-giornalista-scrittore Gangemi è, per usare le parole di Raffaele Nigro che l’ha proposto al Premio Strega 2021, “un romanzo duro e struggente, scritto con una maestria non facile da trovare di questi tempi”. E’ un romanzo storico, che ha come sfondo l’epoca dell’emigrazione degli italiani verso l’America nei primi anni del secolo scorso, con riferimenti a vicende realmente accadute e a personaggi realmente esistiti.

“Quanto lontano si deve spingere un padre, per regalare un futuro ai propri figli?” è il sottotitolo di copertina. Si può spingere anche al di là dell’Oceano. Gli italiani che arrivavano in America all’inizio del secolo scorso erano a tutti gli effetti un popolo di mezzo: erano bianchi di carnagione, ma facevano lavori “da negri” ed erano guardati con diffidenza dalle autorità e dalla popolazione più agiata, soprattutto i meridionali. I “peninsulari” tendevano a partire da Napoli e sbarcavano a New York; mentre i siciliani partivano da Palermo e sbarcavano a New Orleans in Louisiana, stato con una forte minoranza afroamericana. L’economia di questo stato si basava molto sulle colture di piantagione, con buona parte della manodopera costituita da siciliani, che vivevano e lavoravano in molti casi fianco a fianco coi neri.

I protagonisti sono i membri di una famiglia partita dalla Sicilia; impattano sullo sfruttamento e sull’esclusione, sul pregiudizio e sul razzismo, che culminano in un barbaro linciaggio del capofamiglia Masi e di sua moglie. I figli sono ancora molto giovani; Rachela, la più piccola, sparisce dopo l’incendio della loro casa, mentre Luigi, il minore dei maschi, dotato di talento musicale, intraprende la carriera di trombettista. Dalla Little Palermo di New Orleans alla Little Italy di New York, Luigi diventa bravo e famoso con il Jass-Jazz e “si adatta” all’America. Tony, il maggiore, è inquieto: viene rapito dalle suggestioni di una terra che in fondo, però, gli rimarrà sempre estranea e, terra ingannevole, non gli concederà di conquistarsi uno spazio. In un crescendo di avvenimenti che rapiscono l’attenzione del lettore, le sue frequentazioni e il suo animo insofferente fanno sì che subisca il fascino del movimento anarchico. Le vite dei due fratelli tornano a intrecciarsi sul finire della storia, quando si ritroveranno anche con la sorella.

L’autore ha dialogato con Francesca Griffo e Michele Andronico; sono stati letti dei passi del romanzo e si è anche dato spazio alle domande del pubblico. Al termine, cosa che non è certo dispiaciuta, c’è stato un piccolo rinfresco, che ha anche consentito di toccare con mano la cortesia e la disponibilità di Mimmo Gangemi e degli organizzatori.

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