Attualità

Grande festa a Pizzo per il complesso parrocchiale “Risurrezione di Gesù”

La struttura offre anche un auditorium di 500 posti ed un annesso campetto di calcio

In tutta la sua sacralità il nuovo complesso parrocchiale “Risurrezione di Gesù” svetta su un tratto di via Nazionale, quello più prossimo alla Villa comunale.

La croce in acciaio, all’apice dell’edificio ed identificativa del luogo, richiama l’attenzione di chiunque attraversi quell’arteria stradale; oltre a catturare gli sguardi dei naviganti che attraversano la zona via mare, ammirando così il retro della struttura, quello che si affaccia sull’orizzonte.

La funzionalità di Risurrezione di Gesù non è legata soltanto al luogo di culto, perché la struttura offre altresì un auditorium di 500 posti ed un annesso campetto di calcio. Un’offerta, insomma, a tutto tondo.

A caratterizzare la solenne dedicazione di sabato è stata l’emozione: un momento epocale per Pizzo, al pari di tutti gli “attori” che hanno avuto un ruolo principale in tutta la vicenda: dai progettisti, rappresentati dal capogruppo ing.Isola di Torino, al direttore dei lavori, l’architetto Enrico Pata, presente con la maestranza della Cooper Po.Ro. di Rombiolo che ha trasferito nel concreto il disegno progettuale, consegnando così l’importante opera alla diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.

“Vorrei riportare – ha esordito l’arch.Pata al momento della consegna ufficiale – le parole di Sua Eccellenza il Vescovo Attilio Nostro nel primo incontro che abbiamo avuto, nel quale vedendo per la prima volta le immagini dell’interno disse: ‘Mi sembra un grande abbraccio’. Perché varcata la soglia si avverte questa sensazione, che i due grandi muri laterali avvolgano la comunità come tra le braccia di Dio Padre”.

Simbolicamente le chiavi sono state affidate al presule, che a sua volta le ha consegnate al presbitero cui è affidata la cura pastorale, don Salvatore Santaguida. Quest’ultimo ha così spalancato la porta del luogo di culto per fare affluire la folla di fedeli intervenuti. Stracolma la chiesa: non c’era più posto a sedere (la capienza del locale è di 300 persone), molti sono rimasti in piedi ed altri hanno seguito la cerimonia dal sagrato. All’insegna dell’emozione, come detto, la cerimonia; enfatizzata dai gesti e dalle parole del presule che ieratico ha galvanizzato la platea. Tra i presenti, anche le maggiori cariche istituzionali, a carattere civile, militare e religioso. Ammirati gli sguardi dei fedeli una volta all’interno; d’altronde come restare indifferenti davanti al grande Crocifisso che li accoglie? E non sono passati inosservati anche gli altri dettagli: dal pavimento che è in marmo perlato di Sicilia; le lastre sono state estratte dalle cave di Custonaci, nella Sicilia occidentale.

Il nome del marmo si deve all’aspetto, dovuto alla composizione in calcare fossilifero. Un elemento caratteristico dell’edificio è l’apparecchiatura delle facciate in laterizio. Le murature sono state realizzate secondo la cosiddetta modalità di posa dei mattoni “a corsi e a teste sfalsate”. Con questa soluzione è stato ricercato un effetto che permette alla luce naturale di filtrare all’interno per generare diaframmatici e particolari effetti di pixel e di luce e ombra. Lo sfalsamento dei mattoni di testa è sempre di 2, 4 e 6 cm. Inoltre, “numericamente” rilevanti; 118 pali di fondazione; Oltre 3000 mc di calcestruzzo; 400.000 kg circa di tondini di acciaio; 36.000 kg peso della copertura in acciaio; e 700 mq di marmo perlato estratto nelle cave di Custonaci, appunto. Vieppiù, per volere del Vescovo, nel corso della realizzazione, sulla sinistra dell’altare è stata attuata la predisposizione per l’organo a canne.

Insomma, è entrata ufficialmente nella nuova era napitina la chiesa di nuova concezione, peraltro da subito operativa: domenica si sono tenuti – oltre alla consueta funzione religiosa che prima si svolgeva presso la chiesa di San Sebastiano – un battesimo ed una comunione. In serata ha altresì ospitato un momento di pastorale giovanile organizzato dalla diocesi; ed oggi un funerale. Insomma, la nuova chiesa si apre nel modo giusto, coi migliori auspici ed all’insegna della speranza.

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