Cronaca

Estorsioni tra Vibo e Rosarno con cavallo di ritorno, atti a Palmi

Dopo la decisione del Tribunale di Vibo, il fascicolo viene restituito alla Procura di Palmi con regressione del procedimento alla fase delle indagini preliminari

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Vengono restituiti dal Tribunale di Vibo alla Procura di Palmi, gli atti dell’operazione “Trial Fee”, vale a dire, estorsioni con cavallo di ritorno, che hanno portato, tra Vibo e Rosarno all’arresto di sette persone e che vedono oggi Angelo e Domenico Bartone, Pietro Bellocco, Rocco Restuccia, Antonio Cacciola e Giovanni Sesini, imputati per estorsioni consumate nei confronti di Vincenzo Iannella con il metodo del cavallo di ritorno. L’eccezione di incompetenza territoriale, sollevata dai difensori – avvocati Tommaso Zavaglia, Giosuè Monardo, Nicola Riso, Franco Iannello -è stata infatti accolta dal Tribunale (Grillone, Ricotti, Miele) che ha deciso di restituire gli atti a Palmi, con regressione del procedimento alla fase delle indagini preliminari. La ragione di tutto questo sarebbe legata al fatto che la prima “dazione” di denaro sarebbe avvenuta nel territorio di Rosarno.

La presunta banda dedita ai furti e alle estorsioni con il metodo del “cavallo di ritorno” è stata sgominata dai carabinieri della Compagnia di Vibo al culmine di un’inchiesta coordinata dalla Procura guidata da Camillo Falvo e sfociata nel corso della notte dell’operazione “Trailer Fee”. Sette le persone arrestate con l’accusa – a vario titolo – di estorsione consumata e tentata, con il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno”, ricettazione, detenzione illegale e porto abusivo di arma da fuoco. Il presunto gruppo criminale operava tra la piana di Gioia Tauro e il Vibonese. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Vibo in accoglimento della richiesta formulata dal sostituto procuratore Eugenia Belmonte.

 

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