Operazione “Diacono” nel Vibonese, dissequestrati i beni agli indagati

La decisione è stata assunta dal Tribunale di Vibo che ha dato seguito ad una sentenza emessa dalla Cassazione

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Il Tribunale di Vibo dissequestra i beni Maria Rosaria Dell’Oglio, Carmine Francesco Caratozzolo, Davide Pietro Licata, Michela Licata, Michele Licata e Rossella Marzano, ai quali erano stati apposti i sigilli a seguito dell’operazione “Diacono” il 2 marzo dello scorso anno. La sentenza, giunta nella giornata odierna -presidente Antonio Di Matteo – fa seguito all’annullamento con rinvio disposto dalla Corte di Cassazione lo scorso 9 febbraio, in merito alle istanze proposte dagli interessati.

La Procura, in sostanza, aveva disposto il sequestro preventivo dei conti correnti, delle carte e di tutti i rapporti bancari, comprensivi dei contratti, depositi a risparmio, dossier titoli, depositi in cassette di sicurezza, buoni fruttiferi postali, libretti postali, depositi amministrati, titoli azionari e/o obbligazionari, fondi di investimento, finanziamenti, intrattenuti con qualsiasi istituto di credito o postale, operante o esistente sull’intero territorio nazionale, intestati o comunque riconducibili agli indagati nonchè delle attività imprenditoriali ai medesimi collegate. I difensori avevano proposto richiesta di riesame reale al Tribunale di Vibo Valentia il quale aveva rigettato. Successivamente era stato proposto ricorso per Cassazione e la Seconda sezione penale ha disposto l’annullamento dell’ordinanza del Tribunale di Vibo, imponendo un nuovo esame della vicenda. L’annullamento della Cassazione era avvenuto in quanto non era parso possibile ai giudici individuare un rapporto pertinenziale tra i beni ed il reato.

Nel collegio difensivo, gli avvocati Giuseppe Di Renzo, Giovanni Vecchio e Domenico Malvaso

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