Politica

Fusione comuni del Vibonese, scontro tra i promotori e un candidato a sindaco

L'obiettivo sarebbe la terza città della Calabria. Un ente locale con 80mila abitanti

vibo-dallalto

“Il Progetto Valentia per la fusione di 14 comuni del Vibonese, a dispetto del comunicato di uno dei candidati a Sindaco di Pizzo, prevede la nascita di un nuovo ente locale della dimensione di 80.000 residenti: la terza città della Calabria, la seconda per estensione territoriale. Non vi saranno nè annessioni, nè annessi, ma la fusione tra quattordici enti, in direzione dello sviluppo e dell’occupazione.
Gli esempi di esiti molto favorevoli di esperienze assimilabili si sprecano! Abbiamo chiesto un pubblico confronto al Dott. De Pasquale, promotore di un personale referendum consultivo sui Social, che, allo stato, ci è stato negato. Ne siamo dispiaciuti, visto che la Democrazia dovrebbe trovare linfa nel dibattito e nel contraddittorio”. Lo scrivono in una nota i promotori del Progetto Valentia.

“Non solo il dibattito avrebbe consentito di spiegare che dietro la proposta di fusione, al di là della spettrale prospettiva dietrologica, c’è solo l’idea di un insieme di cittadini, persino, provenienti dal comune che lo stesso De Pasquale si prefigge di amministrare -si evidenzia – ma che un ente di 8.000 abitanti non potrà mai essere competitivo come un ente da 80.000, specie in un prospettiva seria di attrattore di investimenti privati in uno all’incentivo dello Stato. Proprio il comune di Pizzo, il secondo per numero di abitanti della Provincia vibonese, ha in corso un declino significativo della propria popolazione, che nell’arco degli ultimi anni è tornata ai livelli del 2001(da 9.500 a 8.600)”.

“Bisognerebbe, perciò, interrogarsi sulle ragioni che animano la fuga dei giovani, che non possono essere considerate recessive rispetto al vessillo dell’identità, sbandierata a più riprese. Occorrerebbe interrogarsi, ancora, sulla possibilità di erogazione di servizi ai propri cittadini e verificare con quali risorse si possano garantire efficienza e sviluppo, oltre la propaganda pur legittima della campagna elettorale. Siamo ancora disponibili ad un confronto per spiegare un’iniziativa che tenta di superare le resistenze del campanilismo “oggi”, per la crescita di “domani”.