Covid, Omicron 4 e 5: cosa sappiamo su sintomi, fuga immunitaria ed efficacia dei vaccini

Il report dell'Ecdc: il caso Portogallo e gli scenari per i prossimi mesi. "Diventeranno dominanti". I dati sull'Italia

Inaugurato centro vaccinale in Ente Fiera a Catanzaro

Crescono i timori per Omicron 4 e 5, che ora sono diventate varianti Covid di preoccupazione (Voc) in Ue e sono sotto stretta osservazione per il ruolo centrale che potrebbero prendere per l’epidemia nei prossimi mesi. Il 12 maggio, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc ha riclassificato questi due sottolignaggi della variante Omicron di Sars-CoV-2, BA.4 e BA.5, da varianti di interesse a Voc. E’ quanto ha comunica l’ente europeo nell’ultimo aggiornamento epidemiologico diffuso ieri, dove si cita il Portogallo (Paese in cui sono fortemente in crescita) come esempio dello scenario che sembra prospettarsi. Pochi giorni fa l’allarme dagli Stati Uniti che prevedevano per l’autunno un’ondata con il possibile contagio di un terzo della popolazione (100 milioni di casi), proprio a casua delle sottovarianti Omicron. In Italia il 3 maggio scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, ma con la sottovariante BA.2 predominante e la presenza di alcuni casi delle sottovarianti BA.4 e BA.5 della stessa Omicron, secondo quanto informa l’Iss. Queste le prevalenze stimate nel nostro Paese: BA.1 è al 3,5% (range 0-12,9%); BA.2 al 93,8% (65,6-100%); BA.3 sotto lo 0,1% (0-0,9%); BA.4 quasi allo 0,5% (0-4%); BA.5 allo 0,4% (0-5,6%).

Fuga immunitaria ed efficacia vaccini

Il vantaggio di crescita attualmente osservato per BA.4 e BA.5 è “probabilmente dovuto alla loro capacità di eludere la protezione immunitaria indotta da una precedente infezione e/o vaccinazione, in particolare se questa” immunità “è diminuita nel tempo”, spiega l’Ecdc. I limitati dati disponibili provenienti da studi in vitro su sieri di non vaccinati che hanno avuto una precedente infezione da Omicron 1 indicano che sia Omicron 4 che Omicron 5 sono in grado di sfuggire alla protezione immunitaria indotta dall’infezione da BA.1. “È improbabile che queste persone non vaccinate siano protette contro l’infezione sintomatica con BA.4 o BA.5”. I sieri dei vaccinati hanno ottenuto risultati migliori negli studi in vitro condotti finora, ma la protezione derivata dai vaccini attualmente disponibili diminuisce nel tempo contro la variante Omicron, fa notare l’agenzia.

Identificate di nuovo in Sudafrica

BA.4 e BA.5 sono state identificate per la prima volta in Sudafrica, rispettivamente a gennaio e febbraio 2022, e da allora sono diventate le varianti dominanti in quell’area. L’Ecdc evidenzia come entrambi i lignaggi contengano delle mutazioni specifiche nel dominio che lega il recettore della proteina Spike (Rbd) rispetto a Omicron 2 (BA.2). Studi preliminari suggeriscono un cambiamento significativo nelle proprietà antigeniche di BA.4 e BA.5 rispetto a Omicron 1 e 2, soprattutto rispetto a Omicron 1.

Cosa succede in Portogallo

Quello che mostra il Portogallo, è che c’è una tendenza all’aumento delle proporzioni delle varianti per BA.5 nelle ultime settimane, accompagnata da un aumento del numero di casi Covid e del tasso di positività ai test. L’Istituto nazionale della salute portoghese ha stimato che BA.5 rappresentava già circa il 37% dei casi positivi all’8 maggio 2022. Il vantaggio di crescita giornaliero stimato per BA.5 rispetto a BA.2 è del 13%, in linea con quello riportato dal Sudafrica. Supponendo tale tasso di crescita, evidenzia l’Ecdc, BA.5 diventerà la variante dominante in Portogallo entro il 22 maggio 2022.

I prossimi mesi

La quota complessiva di Omicron 4 e 5 (BA.4 e BA.5) nell’Unione europea/Spazio economico europeo “è attualmente bassa, ma gli elevati vantaggi di crescita riportati” per questi due sottolignaggi “suggeriscono che queste varianti diventeranno dominanti nell’area nei prossimi mesi”. “Sulla base dei limitati dati attualmente disponibili, non è previsto un aumento significativo della gravità dell’infezione rispetto ai ceppi circolanti Omicron 1 e 2 (BA.1 e BA.2). Tuttavia, come nelle ondate precedenti, se il numero di casi Covid aumenterà in modo sostanziale, è probabile che segua un certo livello di aumento dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva”, ha precisato l’Ecdc.

Italia, l’avvertimento di Gimbe

In Italia “la sottovariante Omicron BA.2 ha quasi completamente soppiantato la BA.1, mentre vengono già segnalati i primi casi di BA.4″, avvertiva qualche giorno fa la Fondazione Gimbe. Gli esperti già sottolineavano che “allo stato attuale delle conoscenze, queste nuove sotto-varianti di Omicron sembrano avere una maggior trasmissibilità rispetto a BA.2 e, soprattutto, una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria, sia da vaccino, sia da pregressa infezione: questo determina una probabilità più elevata di reinfezione, oltre ad una maggiore resistenza di queste varianti agli anticorpi monoclonali“.

Bassetti sulla possibile ondata in autunno

“Sicuramente Omicron 4 e 5 sembrano evadere l’immunità prodotta dai vaccini” anti-Covid “e anche l’immunità naturale” di chi ha già avuto l’infezione, “quindi possono rappresentare un elemento di preoccupazione per un aumento potenziale dei contagi nel prossimo autunno“, spiegava lunedì scorso Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova”. “Probabilmente” queste sottovarianti “sono destinate a diventare preponderanti sulle altre. E’ probabile che presto anche in Italia prenderanno il sopravvento, magari non proprio in questa stagione, forse un po’ più avanti”. Per l’esperto bisogna porsi, senza cadere “nel terrorismo delle varianti“, il problema di un’eventuale ondata d’autunno significativa in termini di numeri, tema di cui si dibatte anche Oltreoceano. “Anche se – spiega – bisogna dire che in Sudafrica, dove in qualche modo queste varianti adesso sono diventate predominanti, soprattutto la 4 e la 5, i dati ci dicono che c’è un aumento dei contagi, ma a livello di gravità siamo di fronte a una malattia che normalmente è più lieve rispetto a quello che avveniva con le altre varianti Omicron, con una durata di ricoveri più breve e meno quadri gravi. In ogni caso è evidente che questo è un elemento di preoccupazione, non tanto per oggi ovviamente, quanto per il domani”.