Cronaca

Covid, in Calabria il 20-30% dei ricoverati è asintomatico

In tilt gli ospedali calabresi, costretti a rinviare un "rilevante" numero di interventi chirurgici e di ricoveri programmati. Compresi quelli oncologici

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Una quota di ricoverati “con” Covid ma non “per” Covid tra il 20 e il 30% che, insieme ai ricoverati per la malattia conseguente al contagio, sta tuttavia mandando in tilt gli ospedali calabresi, costringendo a rinviare un “rilevante” numero di interventi chirurgici e di ricoveri programmati compresi quelli oncologici. E la difficoltà a mettere in isolamento i pazienti positivi ma asintomatici sta pregiudicando l’assistenza e mettendo a rischio di contagio chi il Covid non ce l’ha, ma essendo ricoverato per altre patologie ha pur sempre un profilo di maggiore fragilità. Quelli asintomatici si riescono infatti ad isolare “solo con molte difficoltà negli ospedali calabresi”. Così restano ricoverati nelle varie specialità dove “aumenta il rischio di contagio” e “si pregiudica l’assistenza per i ricoverati no Covid”.

I problemi sulla sanità non Covid

È la situazione attuale degli ospedali della Calabria e di Reggio in particolare, travolti dalla quarta ondata Omicron, fotografata dalla survey della Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri che assistono oltre il 70% dei pazienti Covid. “Rilevante“, è scritto in una nota, è non solo il numero dei ricoveri e di interventi chirurgici programmati rinviati a seguito dell’aumento dei pazienti Covid, ma anche la pressione esercitata sui pronto soccorso.

L’identikit dei ricoverati

L’identikit dei ricoverati “per” Covid negli ospedali della regione vede un’età compresa tra i 41 e i 60 anni, circa il 60% dei casi non vaccinati e con un quadro clinico “di media gravità”, “a dimostrazione che senza una adeguata copertura vaccinale anche la Omicron può far male“. Mentre a livello nazionale si continua a discutere della necessità di scorporare i ricoveri degli asintomatici in ospedale per altre patologie da quelli effettivamente per Covid la survey, è scritto nella nota, “dimostra che anche la gestione del primo gruppo di pazienti crea non poche difficoltà nella gestione di tutti gli altri ricoverati”. “Ancora gestibili” sono invece le assenze del personale sanitario per i contagi diffusi anche tra gli operatori ospedalieri.