Economia & società

In arrivo la nuova norma: stop alle telefonate pubblicitarie

Previste multe salate per le società che contatteranno comunque i numeri di telefono inseriti nel nuovo registro delle opposizioni

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Niente più telefonate sul cellulare a scopi pubblicitari per gli utenti che non vogliono riceverle. È in arrivo una nuova norma per inserire anche i numeri dei dispositivi mobili nel Registro delle Opposizioni, un servizio totalmente gratuito per gli utenti che non vogliono che i propri recapiti siano messi a disposizione dei call center per le finalità di telemarketing.
Il nuovo regolamento – secondo quanto dichiarato dal Viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin, durante un’audizione in Commissione Parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori – entrerà in vigore già nelle prossime settimane. Previste multe salate per le società che contatteranno comunque i numeri di telefono inseriti nel nuovo Registro delle Opposizioni.

La nuova normativa – che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi giorni – dovrebbe finalmente mettere fine alla pubblicità indesiderata che molti italiani ricevano quotidianamente con telefonate sul proprio smartphone. Secondo quanto riferito dal Viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto, infatti, sarà possibile inserire anche il proprio numero di cellulare nel cosiddetto Registro delle Opposizioni ed evitare il contatto a fini commerciali. Finora nell’elenco era possibile inserire soltanto i numeri fissi. Con il nuovo provvedimento il registro sarà finalmente allargato a chiamate automatizzate, senza operatori e su telefonia mobile. Il percorso per nuovo il Registro delle opposizioni per bloccare le chiamate commerciali indesiderate anche sulle utenze di telefonia mobile – ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin – “è a oggi completato e permette di dire che per fine gennaio o inizio febbraio, più probabilmente fine gennaio, potrà esserci la deliberazione di approvazione. La proposta regolamentare è stata già concordata per ricevere i pareri e poi procedere alla trasmissione al Consiglio dei ministri per la deliberazione e poi al Presidente della Repubblica”.