“Gettonopoli” a Catanzaro, niente archiviazione per consiglieri comunali indagati

Il gip ha deciso che il fascicolo non può essere archiviato perché “allo stato degli atti sono contestabili i reati di truffa aggravata e falsità ideologica”

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Riformulare una nuova imputazione per i 19 consiglieri comunali di Catanzaro coinvolti nell’inchiesta “Gettonopoli”. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo, Valeria Isabella Valenzi, non ha accolto la richiesta di archiviazione del pm “per tenuità del fatto” .

Dopo la discussione delle parti avvenuta il 6 ottobre, il gip ha deciso che il fascicolo non può essere archiviato perché “allo stato degli atti sono contestabili i reati di truffa aggravata e falsità ideologica”.

Sei consiglieri comunali di Catanzaro coinvolti nelle indagini riguardanti la percezione dei gettoni di presenza alle commissioni consiliari, si erano opposti alla richiesta di archiviazione per tenuità del fatto. Si tratta di Filippo Mancuso (appena eletto consigliere regionale con la Lega, difeso da Francesco Iacopino), Agazio Praticò (difeso da Antonio Lomonaco), Antonio Mirarchi (difeso da Eugenio Perrone), Fabio Celia (difeso da Eugenio Perrone), Antonio Angotti (difeso da Eugenio Perrone), Manuela Costanzo (difesa da Giuseppe Pitaro). Il gip aveva quindi fissato l’udienza per discutere dell’opposizione allargando anche agli consiglieri indagati: Francesca Celi (difesa da Marco Reina), Lorenzo Costa (difeso da Maurizio Belmonte), Roberta Gallo (difesa da Amedeo Bianco), Francesco Girona (difeso da Amedeo Bianco), Luigi Levato (difeso da Helenio Caratginese), Rosario Lostumbo (difeso da Vincenzo Ioppoli), Rosario Mancuso (difeso da Michele De Cillis), Giuseppe Pisano (difeso da Giuseppe Pisano), Cristina Rotundo (difesa da Amedeo Bianco), Giulia Procopi (difesa da Enzo De Caro), Fabio Talarico (difeso da Amedeo Bianco), Antonio Ursino (difeso da Daniela Gullì), Enrico Consolante (difeso da Flavio Pirrò e Rosario Montesanti).

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