Cronaca

Rinascita 2, udienza preliminare: in nove scelgono di patteggiare (NOMI)

Salgono a 18, invece, coloro che hanno scelto il rito abbreviato nel processo conosciuto anche come "Petrolmafie" in corso nell'aula bunker di Lamezia

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Va avanti l’udienza preliminare del processo “Petrolmafie“, noto anche come “Rinascita 2” in quanto considerata l’immediata prosecuzione della attività di indagine portata avanti nella operazione “Rinascita Scott”, al termine della quale il Tribunale deciderà chi mandare a processo e per chi invece respingere le accuse. Nel corso dell’udienza di ieri, intanto, ci sono state nove richieste di patteggiamento e ulteriori di procedere con il rito abbreviato.

Hanno optato per il patteggiamento, quindi per un accordo sulla pena con il pubblico ministero: Alberto Pietro Agosta di Catania; Enrico Agosta di Catania; Gennaro Basile di Napoli; Luigi Borriello di Torre del Greco; Raffaele Celotto di Napoli; Francesco Reugeri di Motta Sant’Anastasia; Antonino Signorello di Belpasso; Ciro Sodano di San Giorgio a Cremano e Giuseppe Terranova di Vibo Valentia.

Dopo le richieste di ieri salgono a 18, invece, coloro che hanno scelto il rito abbreviato – con un processo più veloce e, in caso di condanna, uno sconto di pena – che inizierà il prossimo 13 dicembre: Francescantonio Anello di Filadelfia; Giuseppe Barbieri di Sant’Onofrio; Armando Carvelli di Crotone; Giovanni Carvelli di Petilia Policastro; Gerardo Caparrotta; Salvatore Giorgio di Catanzaro; Vincenzo Zera Falduto di Reggio Calabria; Giocchino Falsaperla di Catania; Filippo Fiarè di San Gregorio d’Ippona; Pasquale Gallone di Nicotera; Marco Lione di Terzigno; Giuseppe Mercadante di Casal di Principe; Antonio Ricci di Montecorvino Pugliano; Alessandro Primo Tirendi di Gravina di Catania; Francesco Mancuso di Limbadi; Daniele Prestanicola di Maierato; Domenico Rigillo di San Vito sullo Ionio e Orazio Romeo di Acireale.

L’inchiesta: colpito il clan Mancuso.
Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e portate avanti dai Ros dei Carabinieri e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno chiuso il cerchio sulle attività illecite di interesse dell’associazione di stampo mafioso capeggiata dal clan “Mancuso” di Limbadi (in provincia di Vibo Valentia), nell’ambito del remunerativo commercio fraudolento di prodotti petroliferi, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio.

 

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