Bambini nei gazebo a Porto Salvo: “Meglio di Dad o chiusura”. Protesta dei genitori (VIDEO)

Le immagini della protesta e del confronto tra il sindaco Limardo e la dirigente Salvia (e non solo) con le famiglie. I genitori: "I nostri figli non possono stare in tende sporche e mal fatte"

Momenti di tensione, di protesta ma anche di confronto e dialogo. Il tutto con i bimbi un po’ incuriositi ma – purtroppo – anche un po’ anche spaventati dai modi e dai toni degli “adulti” da cui in teoria dovrebbero prendere esempio. È successo questo e molto altro questa mattina a Porto Salvo, frazione di Vibo Valentia, dove i piccoli studenti della scuola Primaria e dell’Infanzia (dell’istituto comprensivo “Amerigo Vespucci”) hanno svolto le attività didattiche all’aperto, e all’interno di alcuni gazebo, a causa della pericolosità della struttura che ospitava l’istituto. Qualcuno ha inscenato una piccola protesta con qualche cartello ma, principalmente, sono stati numerosi i genitori che – per oltre un’ora e mezza – si sono confrontati con la dirigente Maria Salvia e con il sindaco Maria Limardo.

“Il Comune si è ritrovato a fare una serie di accertamenti su tutta l’edilizia scolastica, e le indagini hanno restituito una situazione di pericolosità tale da indurci a chiudere l’istituto scolastico“. Ha spiegato il sindaco Limardo. “Io alla sindaca l’ho detto chiaramente – ha detto a riguardo la dirigente scolastica Salvia – chi te lo faceva fare di andare a scoperchiare questo pentolone dopo sessant’anni che nessuno mette mano? Ti ritrovi ad avere tutte le scuole scoppiate. Tutte. Chi te l’ha fatto fare? Dormivi come hanno dormito tutti quelli prima di te. Era una provocazione ovviamente”.

Quella dei gazebo, comunque,” è una situazione assolutamente temporanea – chiarisce il primo cittadino – e penso che sia un sistema innovativo, anche all’avanguardia, che la dirigente Maria Salvia ha inteso offrire alla comunità. Quando le analisi ci hanno dato un esito dubbio non mi sono accontentata ma ho voluto verificare fino in fondo se la scuola fosse o meno sicura. E di questo, essendo donna, essendo mamma, essendo sindaco, non solo non me ne faccio un senso di vergogna come qualcuno ha detto, ma penso sia stato doveroso”. Il piano b, afferma il sindaco, è comunque già pronto “e non è neanche tanto lontano: da qui a pochissimi giorni riusciremo a dare a questi ragazzi una sede altrettanto adeguata se non migliore di quella che stanno lasciando. Era un modo per consentire anche ai bambini di Porto Salvo di avere il primo giorno di scuola”. Anche se, prima di fare qualsiasi altra mossa, è stato deciso di avviare un confronto preventivo con i genitori.

A spiegare le ragioni della scelta dei gazebo è stata anche la dirigente Maria Salvia: “Il sindaco – ha affermato – aveva due opzioni: la Dad e il differimento dell’apertura. Non abbiamo voluto nessuna delle due ipotesi. Noi abbiamo pensato ai bambini, a dargli comunque la possibilità del primo giorno di scuola. Insieme ai docenti abbiamo pensato a quest’area, con i gazebo che sono in sicurezza. Sono stati i genitori di qua che hanno lavorato per montare i gazebo, una parte dei genitori è d’accordo perchè hanno capito la situazione“. E sulle numerose polemiche: “Io sono la scuola, se dobbiamo fare polemica politica questa non ci appartiene, non appartiene al mondo della scuola“. Dicendosi amareggiata per non essere stata contatta prima dalle famiglie: “Se i genitori non vogliono me lo dicono, io lo dico al sindaco e differiamo l’apertura in attesa che si trovi una soluzione”.

Presenti anche il vice sindaco Primerano, il segretario generale del Comune Scuglia, il consigliere Lombardo e l’assessore Domenico Francica. Quest’ultimo, in particolare, pur avendo la delega al Commercio era presente in quanto membro della comunità di Porto Salvo. È stato lui il primo ad arrivare e a confrontarsi con i genitori, con molti dei quali c’era una confidenza tale da permettersi di chiamarli direttamente per nome. “È normale che non è possibile tenere i bambini in queste condizioni – ha detto in un momento di confronto (come si vede nel video sopra, ndr) – era solo per l’apertura della scuola“. Spiegando che, tra i punti fermi, c’è a suo avviso la necessità di “trovare una soluzione sul territorio”. “Credetemi – ha ripetuto più volte – non cacciamo i bambini dal territorio che ci tolgono la scuola e non ce la fanno più“.

A spiegare le ragioni della protesta, infine, un genitore con in mano un cartello con su scritto “scuola non circo”: “Stiamo facendo questa protesta per dire no all’inizio della scuola nelle tendopoli. I nostri figli – ha detto ai nostri microfoni – hanno diritto ad iniziare in una struttura adeguata, che abbia dei banchi, dei bagni (ce n’è a disposizione solo uno, dell’oratorio, a circa 100 metri di distanza, ndr). Non possono iniziare il primo giorno di scuola in delle tende sporche, mal fatte, senza gli spazi per mantenere le distanze anti Covid“. Era meglio la Dad? “Assolutamente no, i bambini in Dad ci sono stati anche per troppo tempo. Ma non è giusto iniziare in delle tende, non è una struttura adeguata, avrebbero dovuto pensare prima a una soluzione alternativa“. L’accusa principale, insomma, è quella di non aver pensato per tempo a un piano b. Con tutte le conseguenze che ne sono derivate.

 

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