Stroncato da un infarto in carcere, aperta un’inchiesta: fondamentale autopsia

Il detenuto, 46 anni, condannato in via definitiva, era stato già ricoverato in ospedale. La difesa aveva già denunciato l'incompatibilità delle sue condizioni con il regime carcerario

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Si attendono gli esiti dell’autopsia per capire meglio le ragioni del decesso di Pasquale Francavilla, il 46enne stroncato da un infarto in carcere, dopo essere stato ricoverato all’ospedale Annunziata di Cosenza. Secondo quanto riferito dal legale, l’avvocato Mario Scarpelli, Francavilla, condannato in via definitiva nel processo “Apocalisse”, stava scontando gli ultimi 10 mesi di pena, ma era incompatibile con il regime carcerario perché versava in condizione di salute precaria. Nelle scorse settimane, infatti, il detenuto, affetto da una grave patologia vascolare, era stato trasferito nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Annunziata per l’aggravarsi del suo stato di salute. Il paziente era stato poi dimesso e doveva essere trasferito in altro reparto in attesa di un intervento chirurgico, invece, ha riferito il legale, il 46enne è tornato di nuovo in cella su disposizione del magistrato di Sorveglianza. Una volta in carcere, il medico della struttura penitenziaria ha diagnosticato immediatamente l’incompatibilità con il regime carcerario e contestualmente il legale ha presentato istanza di scarcerazione, ma è sopraggiunto il decesso per “un aggravarsi delle sue condizioni e il medico legale ha diagnosticato come causa di morte un infarto”.

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