Incidenti, danni agricoli e problemi sanitari: nel Vibonese è emergenza cinghiali

Gli ungulati sono ormai padroni del territorio e sono arrivati nei centri abitati. Qualche cittadino ha addirittura paura a uscire di casa, ma da Regione, prefetto e Questura solo... silenzio

Famigliacinghialiperstrada

I cittadini, i comitati, le associazioni, i sindaci del comprensorio dell’Angitola (e non solo) continuano a portare all’attenzione delle autorità competenti l’emergenza causata dal sovrannumero degli ungulati, fenomeno ormai incontrollato. Dall’altro lato, però, tutto tace: Regione Calabria, prefetto di Vibo Valentia, Questura di Vibo Valentia non hanno risposto all’invito – rivolto loro dal sindaco di Francavilla Angitola, Giuseppe Pizzoniaa prendere parte alla riunione, tenutasi ieri pomeriggio, per discutere proposte di intervento volte ad arginare l’emergenza.


Pesa il silenzio istituzionale.
Un silenzio, quello istituzionale, che pesa: pesa in quanto a pagare le conseguenze di questo silenzio sono i cittadini, che vedono non solo l’economia, ma anche e soprattutto la propria incolumità fisica a repentaglio ogni giorno. Proprio Francavilla Angitola, da ultima, è stata teatro giorni fa di uno spaventoso incidente stradale, che ha visto un giovane motociclista scontrarsi inevitabilmente con un grosso ungulato lungo una strada provinciale che serve il paese; fratture e contusioni sono state le conseguenze riportate dal giovane.

Cinghiali padroni del territorio.
I cinghiali sono ormai padroni del territorio: i cittadini dell’Angitola hanno paura addirittura ad uscire di casa, in quanto questi animali selvatici sono arrivati nei centri abitati (ieri un grosso esemplare è stato avvistato nel centro di Vibo Marina, giorni fa due cinghiali si aggiravano nel pieno abitato di San Nicola da Crissa; a Monterosso arrivano lungo la strada principale; a Francavilla e a Filadelfia quelli con gli ungulati sono incontri quotidiani; a Pizzo non mancano di frequentare le spiagge).

I danni: dalle coltivazioni ai problemi sanitari.
Fiumi di inchiostro, poi, sono stati scritti per segnalare gli ingenti danni agricoli che le aziende stanno subendo: molte sono state costrette a chiudere. Attenzionato, altresì, il tema sanitario: i cinghiali sono portatori di tubercolosi bovis, innocua per la specie in questione, ma pericolosissima se trasmessa all’uomo o agli animali da allevamento. Di tutto ciò si è discusso alla riunione di ieri, presenziata oltre che dal primo cittadino Pizzonia e dalla comunità francavillese, anche dai sindaci e delegati dei paesi dell’area Angitola, dal presidente dell’Atc VV1 Giuseppe Pellegrino, dal comitato regionale “Per il contenimento del cinghiale e la difesa del territorio”, dall’associazione Contadini di Maierato e da molti cittadini del comprensorio.

Le proposte.
Pur riconoscendo che negli ultimi anni la Regione Calabria si è impegnata, di concerto con gli Ambiti territoriali di caccia, a predisporre piani di intervento e azioni di selezione, è emerso come ciò non basta. Dall’incontro sono scaturite diverse proposte, soprattutto circa la modifica della legge nazionale, al fine di poter portare avanti l’attività venatoria tutto l’anno. Per far ciò, però, occorre che gli organi preposti alla gestione della fauna e della sicurezza pubblica prendano fattivamente atto della situazione: ma anche questa volta Regione, prefetto e Questura sono stati assenti.

Più informazioni