Non passa la proposta di inserire il ponte sullo Stretto tra le opere con procedura semplificata e accelerata previste nella lista del Decreto Legge “Recovery” riguardo il Recovery Plan. L’emendamento a prima firma Stefania Prestigiacomo, in un primo momento accantonato, non ha superato l’esame notturno – nella giornata di ieri – delle Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera.
Al di là dei proclami della politica, e di accorati appelli da parte di più forze politiche, l’iter per la realizzazione del Ponte che unirà la Calabria e la Sicilia sembra diventare sempre più complicato. Non si tratta di uno stop definitivo ma, essendo escluso dalle procedure semplificate e accelerate, sicuramente questo complica non poco la realizzazione – già di suo, denunciano molti esperti, quasi “impossibile” per tempi e costi – del Ponte.
Lo scorso maggio, a riguardo, il presidente della Regione Calabria Nino Spirlì aveva dichiarato: “Noi non possiamo oggi chiedere per cortesia, oggi pretendiamo il Ponte perché è indispensabile. Non è un favore, è un dovere che Europa e Italia devono avere nei confronti di questi territori. Il Governo e il presidente Draghi devono impegnarsi. Non si può continuare ad ‘annacare il pecoro’, c’è da prendere una decisione definitiva. Questo è il momento, non un altro. I tempi – ha sottolineato Spirlì – sono cambiati e questi tempi impongono il Ponte. Il progetto è già pronto. Aspettare ancora significa prendere in giro le genti d’Europa. Noi aspettiamo notizie dal Governo”.