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Il centrodestra sceglie Occhiuto, il solo de Magistris contro di lui poco potrà con il Pd allo sbando

La Lega "sacrifica" Nino Spirlì, come era apparso molto chiaro dopo l'arrivo di Salvini per gli Stati generali a Zambrone

roberto occhiuto

La fine dei giochi era stata anticipata a Zambrone da Matteo Salvini. Il leader della Lega, spegnendo i facili entusiasmi, seguiti ai proclami dei suoi luogotenenti che -ad eccezione del commissario regionale Giacomo Saccomanno, rimasto molto cauto -avevano detto a chiare lettere di non cedere facilmente al superamento della “mini-era” Spirlì, domenica aveva lasciato intendere come sarebbe andata a finire una storia che ha avuto -a differenza di quanto aveva preannunciato il leader leghista -nella scelta dei candidati per le grandi città un momento cruciale.

E ieri è arrivata la “conferma” al termine del vertice del centrodestra, anche se ancora manca l’ufficializzazione. Il candidato alla Regione sarà l’attuale capogruppo azzurro alla Camera Roberto Occhiuto che. accanto a sè, avrà un centrodestra sostanzialmente compatto. E non avrebbe potuto essere altrimenti, al di là della crescita di consensi della Lega anche alla Punta dello Stivale, con tanto di superamento della questione meridionale nel partito di Salvini.

Il numero uno del Carroccio, dopo aver gustato il gelato a Pizzo, aveva chiarito senza se e senza ma che mai avrebbe disgregato e spaccato il centrodestra, per riproporre Spirlì. E a poco era servito il tentativo del presidente della Regione di provare a dimostrare il contrario. Peraltro, dalla nomina di Saccomanno in poi, è molto chiaro chi esprime le ragioni di Salvini sul territorio regionale. Uno solo: il noto avvocato di Rosarno. Anche perchè una struttura, ora, la Lega ce l’ha ed i colonnelli sono avvisati pure in vista della scelta delle candidature.

Su Occhiuto, Forza Italia, invece, aveva fatto sintesi ormai da mesi. Dopo che nel periodo natalizio si era fatto per settimane il nome del sindaco di Vibo Maria Limardo, il triplo rinvio delle elezioni da febbraio ad aprile e da aprile in autunno, aveva spento gradualmente gli entusiasmi vibonesi. Quasi certamente, la città di Vibo -che conta sul coordinatore regionale del partito, il senatore Giuseppe Mangialavori –  è destinata ad avere un peso tutt’altro che irrilevante, nel prossimo esecutivo, qualora- come è molto probabile -il centrodestra vinca le elezioni. E già, perchè de Magistris da solo non basta a fermare la corazzata di FI, FdI, Lega, Udc, con i relativi annessi e connessi, e il Pd a guida Stefano Graziano difficilmente può fare ombra a qualcuno come insegnano le tornate elettorali degli ultimi anni. Con buona pace anche dell’ottimo Nicola Irto e di quanti ostinatamente continuino a provarci. Al centro ed in periferia.