Estorsione, misura convertita dal carcere ai domiciliari per Domenico Russo

L'uomo si trovava detenuto a seguito di provvedimento restrittivo per aver estorto somme di denaro ad una importante azienda olearia di Corigliano

carcere prigione

Rimesso in libertà, ma ristretto agli arresti domiciliari, Domenico Russo accusato di estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso. L’uomo, di Corigliano-Rossano, era stato condannato dal Gup distrettuale di Catanzaro a quattro anni e quattro mesi di reclusione. In sede di giudizio sono state poi accolte le tesi dell’avvocato difensore, Ettore Zagarese, che hanno portato ad una ridefinizione della pena. Il Gup ha infatti concesso le circostanze attenuanti generiche (negate dal PM) con irrogazione di una pena contenuta rispetto all’accusa mossa e la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari.

IL FATTO – Domenico Russo si trovava detenuto a seguito di provvedimento restrittivo emesso dal gip distrettuale Aragona, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri e del PM antimafia Alessandro Riello per aver estorto somme di denaro ad una importante azienda olearia ionica. Per questi fatti Russo, che era stato intercettato dai militi durante dei dialoghi avvenuti con gli stessi all’interno dell’ospedale di Corigliano, dove si trovava ricoverato per essere miracolosamente scampato ad un agguato compiuto ai suoi danni nel centro storico di Corigliano, si era dichiarato colpevole specificando di aver compiuto il gesto in maniera autonoma, senza alcun legame con alcuno, per bisogno e senza utilizzare metodi o sistemi cruenti, chiedendo anche di poter risarcire il danno.

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