Cronaca

Rinascita, Mantella rivela perchè il dentista Conocchiella fu ucciso nel Vibonese

Il rapitore venne poi assassinato da Peppone Accorinti perché “nessuno aveva autorizzato il sequestro”. L’uomo era stato rapito nel 1991 a Briatico

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Il sequestro del dentista vibonese Giancarlo Conocchiella, rapito nel 1991, a Briatico, non andò come avevano previsto i rapitori e non fu lampo come nelle loro intenzioni, per questo fu ucciso. A dirlo è stato il collaboratore di giustizia Andrea Mantella, interrogato tempo addietro dal pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci nel corso del processo Rinascita Scott. Il collaboratore ha sostenuto che a rapire Conocchiella fu Nicola Candela che poi venne ucciso da Peppone Accorinti, punito “perché nessuno aveva autorizzato il sequestro”.

Il sequestro non fu lampo, ha aggiunto il collaboratore “perché i parenti di Conocchiella non aderirono subito alle richieste“. Mantella ha riferito di avere saputo del sequestro da Saverio Razionale nel carcere di Paola. E Razionale gli avrebbe riferito di una riunione in un laboratorio di marmi di proprietà dello stesso Razionale tra il suocero di Conocchiella, Marcellini, il maresciallo Stranges, Razionale e Giuseppe Mancuso alias ‘Mbrogghia. In quella occasione sarebbe stata portata una valigetta con un miliardo delle vecchie lire. I boss presero l’impegno di fare liberare Conocchiella, cosa che poi non avvenne perché l’uomo venne ucciso. Razionale e Mancuso chiesero ad Accorinti di risolvere la questione poiché Candela era un fedelissimo del boss di Zungri.

“Candela – ha riferito Mantella – ebbe una doppia punizione: aveva fatto un sequestro non autorizzato e poi perché, messo sotto torchio negava le sue responsabilità”. Candela venne interrogato per sapere dov’era Conocchiella, poi venne ucciso. Mantella, nel 2006, è stato in carcere con Antonio Pititto, un macellaio di Cessaniti accusato del sequestro Conocchiella. Mantella ha riferito di avere saputo da lui che il dentista venne rapito a scopo estorsivo e che i rapitori pensavano fosse un sequestro lampo. Il gruppo di sequestratori, ha detto Mantella, era composto dai due fratelli Candela, Pititto e Vavalà (Mantella lo ha chiamato Vadalà).

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