Politica

Lamezia, Granato al fianco di Zizza: “Non si può criticare chi chiede legalità”

La senatrice esprime solidarietà all'ex candidato a sindaco della città dopo le critiche mossegli per aver presentato ricorso contro l'esito del voto

zizza

Dopo le critiche e gli attacchi da più parti giunti all’indirizzo di Silvio Zizza, ex candidato a sindaco della città di Lamezia Terme con il Movimento 5 Stelle in seguito alla decisione assunta dallo stesso Zizza di presentare ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, contro l’esito delle elezioni comunali di Lamezia, arriva la vicinanza e la solidarietà della senatrice Bianca Laura Granato: “In una regione come la Calabria succede che perseguire la strada della legalità piuttosto che un merito, un atto di coraggio, un atteggiamento da sostenere ed emulare, diventa una colpa, quasi un motivo di vergogna. Ed è così che Silvio Zizza diventa oggetto di persecuzione verbale, responsabile dell’ennesimo commissariamento del Comune di Lamezia Terme. Ma Zizza, presentando ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, ha semplicemente esercitato il diritto-dovere di chiedere giustizia”.

“Il Comune di Lamezia  – prosegue la senatrice – certamente non è stato commissariato per colpa di chi fa ricorso: è inammissibile che passi il messaggio di certa politica che preferisce mettere la polvere sotto il tappeto e usare il termine legalità come paravento. Il Comune di Lamezia, è bene ricordarlo, è stato commissariato per chi ha commesso illeciti amministrativi accertati. E ricordiamo che sono anche in corso delle indagini della Procura: e questo è un fatto, non una ‘invenzione’ di Zizza. La città è bloccata a causa di chi continua riempire le liste di candidati dal curriculum non specchiato che mette in pericolo la legittimità delle azioni e dell’amministrazione a causa di rapporti discutibili. E per responsabilità di chi preferisce chiudere gli occhi davanti alla trasparenza e all’onestà per avere un pugno di voti in più, che non serviranno certo al governo della città ma a solo coltivare il proprio orticello, quello dove crescono interessi personali e si affossa il bene comune”.

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