Corte dei Conti: “Il debito calabrese è un mostro che divora la Sanità”

La relazione di Maria Rachele Anita Aronica letta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021: "Varie aziende sanitarie sono governate dalla mala gestione"

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“Il debito ingiustificato è un mostro che sta divorando la Sanità a danno dei cittadini e dei
contribuenti e che determina, inevitabilmente, sottrazione di risorse alla cura della salute”.
Lo ha affermato il procuratore generale della Corte dei conti della Calabria Maria Rachele Anita Aronica nella relazione letta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021.

“Nel 2020 – è emerso dalla relazione – sono state 3.525 denunce presentate alla Procura regionale della Corte dei Conti. Molti contenziosi sono risalenti nel tempo, circostanza che ha comportato notevoli difficoltà per l’imputazione delle responsabilità. Cito, a titolo esemplificativo i contenziosi il cui pagamento viene, infine eseguito (quindi dopo lungo tempo) solo con la nomina del Commissario ad acta”.

Esempi di mala gestione si verificano ricorrentemente “nelle Aziende sanitarie, per i sistematici mancati e/o ritardati pagamenti. Si assiste, in definitiva, a una lievitazione esponenziale del debito che sfocia, frequentemente, nella nomina di un Commissario ad acta per l’esecuzione delle sentenze di condanna. Tutto ciò determina un incremento del debito, per interessi, spese e anche compensi del Commissario ad acta, che costituiscono danno erariale”.

A questo si aggiungono delle anticipazioni tesoreria, che producono altri debiti per interessi e compensi sull’anticipazione. “Il quadro è sconfortante – è detto nella relazione – stante il noto disavanzo in cui versa la sanità calabrese e che difficilmente potrà rientrare se non si pone fine a questo modus operandi nella gestione del debito”.