Saperi & sapori

Coltivare Cannabis: cosa bisogna sapere sui semi

germogli

Negli ultimi anni, il concetto di pollice verde ha subito qualche piccolo cambiamento, ed è sempre più diffusa la tendenza a coltivare Cannabis in casa con la conseguente nascita di diversi shop online che forniscono i semi di questa particolarissima pianta. Tra questi possiamo citare, ad esempio, Sensoryseeds che sta spopolando sul web, grazie alla vendita di diverse tipologie di semi adatti a diversi tipi di coltivazione.

In questo gioca un ruolo fondamentale la selezione genetica di semi che fornisce delle varietà ibride sempre nuove e pregiate, come i semi fast flowering, un varietà femminizzata con un fotoperiodo più veloce, coltivabile con un ciclo 12/12 a partire dalla raccolta.

I semi, quindi, si presentano con numerose varietà che danno origine alle diverse tipologie di piante che, a loro volta, presentano dei tempi e delle condizioni di coltivazione diverse. Non basta, quindi, avere il pollice verde per coltivare Cannabis, ma anche molta pazienza dato che è una pianta che necessita di particolare attenzione e cura, anche se poi dà i risultati sperati.

Ma quali sono le condizioni per poter coltivare questa pianta e a quale scopo? E soprattutto, perché la genetica dei semi è così importante per la riuscita di questo tipo di coltivazione?

Cosa Fare durante la germinazione?

Coltivazione Cannabis: la genetica dei semi

La genetica dei semi è un fattore indispensabile da prendere in considerazione quando si decide di coltivare Cannabis poiché è grazie ad essa che si ottengono gli ibridi adatti ad ogni esigenza.

La selezione genetica della Cannabis e la preservazione di determinate genetiche dei semi, sono pratiche diventate note non solo agli esperti, ma anche ai coltivatori domestici che, con un po’ di pazienza e di perseveranza, hanno imparato le tecniche di breeding atte a creare nuove varietà. In verità, molte delle tipologie di cannabis più diffuse, sono nate proprio grazie al lavoro di coltivatori domestici che le hanno prodotte, qualche volta anche per puro caso.

Alcune tecniche di breeding si basano su due principi fondamentali: clonazione e autofecondazione. La prima, è particolarmente utile per preservare un determinato ceppo e si parte, appunto, dai cosiddetti semi clone che mantengono integra la genetica di un determinato ceppo nel tempo, riuscendo, quindi, a preservarla.

L’autofecondazione, invece, parte dalla coltivazione di un clone femmina che portano solo la genetica della madre. Perchè avvenga l’autofecondazione, il coltivatore deve invertire il sesso della femmina per indurre l’autoimpollinazione e generare una pianta con la genetica della madre.

Oltra alla clonazione e l’autofecondazione, è possibile creare ibridi con lo scopo, non di preservare la genetica di un singolo ceppo e quindi di tutte le sue caratteristiche intrinseche, ma di creare dei ceppi nuovi che abbiano le caratteristiche migliori di entrambi i semi utilizzati.

Gli ibridi richiedono un’attenzione particolare proprio per quanto riguarda la selezione dato che, spesso, ne vengono prodotte moltissime prima di trovare la varietà genetica che si vuole preservare. In genere, un ibrido nasce dall’ibridazione tra una varietà autoctona, chiamata in gergo landrace, ed un altro ibrido. Da questa mescolanza, nasce una pianta con le caratteristiche migliori di entrambi i genitori.

Gli ibridi possono anche essere poli-ibridi, ossia, delle varietà nate dall’incrocio di due varietà ibride di due ceppi genetici differenti. In questo modo, avviene una selezione genetica ancor più differenziata che permette di selezionare i tratti migliori di entrambe.

Questo tipo di ibridazione, richiede un lavoro molto accurato e delle conoscenze ben precise poiché i risultati tendono ad essere ancor più imprevedibili che negli incroci tra una landrace ed un ibrido di prima generazione, i cui tratti genetici sono più facilmente individuabili.

Tipologie di semi

La selezione genetica dei semi di Cannabis, naturalmente, non viene fatta a caso ma esistono dei criteri ben precisi e diverse tipologie di semi che vengono scelte dai coltivatori in base alle loro caratteristiche, la tipologia di coltivazione ed i risultati che si vogliono ottenere.

I tre tipi principali di semi che possiamo trovare sono: regolari, femminizzati e autofiorenti.

Per quanto riguarda i semi regolari, si tratta di semi che producono indifferentemente piante maschi o piante femmine e la loro coltivazione è soggetta a determinate condizioni ambientali, principalmente di luce e clima. Queste varietà sono predilette dai coltivatori interessati ad avere sia piante maschi che piante femmine per sperimentare sulla genetica dei successivi ibridi.

I semi femminizzati, invece, sono dei semi di pianta femmina che, a loro volta, possono produrre germogli. Questi semi sono nati per una necessità pratica e funzionale dato che, richiedendo minor utilizzo di semi, richiedono anche un minor dispendio di risorse ed energie di mantenimento.

Infine, i semi autofiorenti che semplificano ancora di più la coltivazione della pianta dato che hanno un ciclo di vita relativamente breve. A partire dalla germinazione, infatti, possono essere raccolte dopo 10 giorni in un ciclo di luce ininterrotto di 20 ore di luce e 4 di buio.

Oltre alla selezione dei semi giusti, è importante conoscere e favorire le condizioni ambientali adatte ad una corretta coltivazione della pianta di Cannabis. Queste piante, infatti, richiedono un’attenzione particolare per quanto riguarda la quantità di luce di cui hanno bisogno, i tempi di esposizione ad essa, la temperatura, la qualità del terreno ed il nutrimento adatto.