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Farmacia territoriale a Vibo, la Lega sollecita l’Asp

Reclamati "locali più idonei rispetto a quelli già in uso, con adeguati spazi per l'accoglienza e servizi igienici"

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Farmacia territoriale di Vibo Valentia e gravi disagi all’utenza, su questo argomento hanno avuto modo di confrontarsi i componenti della Commissione Sanità della Lega Salvini, coordinata da Francesco Del Giudice. Una situazione di gravità inaudita per la quale si è ritenuto di sollecitare con forza un immediato intervento da parte del Commissario dell’Asp vibonese. Trattandosi di farmaci che vengono dispensati per gravi patologie neurologiche, cardiache, oncologiche, metaboliche e che interessano quindi pazienti affetti da quadri patologici di una certa gravità clinica e di un certo grado di disabilità, la richiesta della Commissione Sanità della Lega all’Asp è di garantire, in prima istanza “locali più idonei rispetto a quelli già in uso, con adeguati spazi per l’accoglienza e servizi igienici, nonché un servizio di erogazione dei farmaci possibilmente strutturato in orari precisi in modo da non creare stazionamenti e file interminabili come quelli evidenziati in passato. Inoltre, al fine di agevolare gli utenti, propone che la distribuzione dei farmaci non avvenga solo nel capoluogo ma che la stessa sia articolata sull’intero territorio provinciale con l’individuazione di quattro presidi dislocati, oltre che su Vibo Valentia, su Nicotera, Tropea e Serra San Bruno, utilizzando a tal uopo i locali già in possesso dell’Asp e/o interni ai presidi ospedalieri dei citati centri”.

“In tal modo si potrebbe garantire un servizio più efficiente a tutti i pazienti – spiega Francesco Del Giudice – che così godrebbero di postazioni più vicine al proprio luogo di residenza e ciò senza, peraltro, arrecare alcun aggravio economico all’ ASP. Segnalo, infine, la necessità che la distribuzione dei farmaci ai pazienti che esibiscono il piano terapeutico, che viene appositamente stilato dallo specialista con la precisazione del tempo di validità e della posologia del farmaco, avvenga in una unica soluzione senza imporre ai pazienti stessi il sacrificio di recarsi più volte presso la farmacia territoriale a ritirare ulteriori quantitativi di farmaco che erano già previsti dalla durata del piano terapeutico medesimo; e questo, a maggior ragione in un periodo, come questo che stiamo vivendo, di pandemia dove si cerca di favorire laddove possibile, il distanziamento sociale, in maggior ragione nei pazienti più fragili ed a rischio di un’eventuale infezione da Sars Cov 2 con virulenza maggiore e a prognosi più infausta”.

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