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Gratteri e i giudici, insorge anche Ingroia: “Infortunio per un magistrato”

"La verità, e la mia esperienza da magistrato prima e da avvocato oggi me lo dimostra -spiega Ingroia - è che non c'è una magistratura ma tanti magistrati"

ingroia

“Ritengo la dichiarazione in sé di Gratteri un infortunio per un magistrato. Una dichiarazione inopportuna. Di fronte a una domanda in cui ti si fa presente che più volte i tuoi provvedimenti sono stati cassati, non puoi cavartela dicendo che la storia dirà chissà cosa, alludendo a retroscena oscuri e magari illeciti dietro i rigetti. Su queste cose un magistrato ha il dovere di essere chiaro e preciso oppure tace”. A dirlo all’AdnKronos è l’ex pm Antonio Ingroia, che interviene sulle polemiche innescate da un’intervista al Corriere della Sera del capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo l’operazione “Basso profilo”. “Dopodiché, però – aggiunge Ingroia – non è che quello che dice Gratteri può essere considerata un’offesa alla corporazione giudiziaria in toto, perché altrimenti la reazione rischia di essere un po’ corporativa. La verità, e la mia esperienza da magistrato prima e da avvocato oggi me lo dimostra, è che non c’è una magistratura ma tanti magistrati. Ci sono magistrati di serie A e di serie C, ci sono stati i magistrati modello per i cittadini, niente di più facile che fare riferimento a chi è caduto per mano della mafia, come Falcone d Borsellino, ma ci sono tanti altri magistrati che ai tempi di Falcone e Borsellino, e ancora oggi, non potrebbero in alcun modo definirsi eredi di quel modello. Non a caso Falcone e Borsellino i peggiori nemici li hanno avuti in magistratura”.

Poi Ingroia aggiunge: “Ma ribadisco, è inopportuno che chi è parte in causa faccia una dichiarazione del genere, anche se c’è stato poi una sorta di aggiustamento del tiro, una correzione di rotta successiva da parte dello stesso Gratteri. Però, ripeto, gridare allo scandalo come se Gratteri dicesse una cosa impossibile che colpisce una corporazione immune da condizionamenti e da scandali, all’indomani del caso Palamara e del caso Saguto, sarebbe altrettanto inopportuno”. Infine, Ingroia chiosa: “Gratteri è un magistrato serio e coraggioso, ma non è che si può dire che in tutti i casi in cui sono state riformate o annullate le decisioni, c’è qualcosa di losco dietro perché qualcuno è depositario della verità. Credo che i magistrati, e soprattutto i magistrati seri e coraggiosi come Gratteri, debbano anche avere l’umiltà di riconoscere che l’errore giudiziario può essere dietro l’angolo, avere l’umiltà di riconoscere valore ad eventuali decisioni nelle quali viene ritenuta sbagliata una certa decisione giudiziaria”.