Coronavirus, cattiva gestione dell’Asp Vibo? “Si poteva evitare la zona rossa”

Michele Catania della Confederazione nazionale del Lavoro: "Mi chiedo se approssimazione e presunto cinismo abbiano aggravato le prescrizioni imposte al nostro già fragile territorio"

Asp-Vibo

“Ripensando a quello che ha rappresentato l’emergenza sanitaria nel corso del 2020, con le sue terribili conseguenze, provo profondo risentimento nel leggere le notizie riportate sulle stampa in questi giorni di inizio anno e riferite alla gestione dell’emergenza da parte dell’Asp di Vibo, proprio negli stessi giorni in cui a noi cittadini è stato chiesto di mettere in discussione tutte le certezze che avevamo costruito dopo anni di duro lavoro”. Così in una nota Michele Catania della Confederazione nazionale del Lavoro di Vibo Valentia, che spiega di riferirsi “alla dichiarazione con la quale il delegato alla Sanità della Regione Calabria Antonio Belcastro e la dirigente di settore Francesca Fratto ammonivano pesantemente l’azienda vibonese con una ‘contestazione di addebito'”.

Le contestazioni della Regione. “Nelle recentissime riunioni tenutesi tra il Governo e le Regioni circa la situazione epidemiologica nei diversi territori – si spiegava nell’atto – è stato rappresentato che la Regione Calabria sarebbe da collocare in uno scenario di tipo 4, atteso che, tra l’altro, non risulterebbero evidenze circa la tenuta sotto controllo dell’epidemia, il contact tracing, la corretta gestione della piattaforma di sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto superiore di sanità, con un disallineamento tra i dati comunicati giornalmente alla Protezione civile nazionale e quelli effettivamente presenti sulla suddetta piattaforma web. Con nota del 10 settembre del 2020 – si ricordava – era già stata evidenziata a codesta azienda questa inadempienza che, peraltro, rappresenta anche una non ottemperanza a quanto disposto nelle ordinanze del presidente della Regione”.

Possibile evitare la zona rossa? “A questo punto, prima di tutto da padre e poi anche da commerciante – evidenzia Catania – mi chiedo se tutta questa approssimazione, questo presunto cinismo, possano in qualche maniera aver potuto aggravare le prescrizioni che a causa dell’emergenza sanitaria il Ministero ha imposto al nostro già fragile territorio, trascurando il fatto che il punto non è solo chiudere gli esercizi commerciali, ma soprattutto verificare il rispetto delle regole, il più delle volte confuse e poco chiare. Più semplicemente mi chiedo se fosse stato possibile evitare la zona rossa, comunicata molto spesso poche ore prima della sua applicazione, se i dirigenti locali e regionali di competenza avessero agito diversamente”.

“Danni psicologici ed economici”. “Nel profondo spero che le notizie apparse sulla stampa si rivelino infondate, spero forse ingenuamente che la piena fiducia riposta nelle istituzioni non sia stata in alcun modo ripagata da negligenze e superficialità. Se così non fosse – conclude – qualcuno dovrà sentirsi responsabile di aver generato un pericoloso risentimento e dovrà anche farsi carico dei danni psicologici ed economici”.

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