Il dibattito sulle scuole a Vibo, il CGR: “Screening in atto non è risolutivo”

Il Comitato Genitori Responsabili insiste: "Siamo guidati dal buon senso e chiediamo all'Asp un conto sui numeri e sulle criticità"

Riapertura scuole a Vibo

“Come gruppo “Comitato Genitori Responsabili”, composto da oltre 2000 papà e mamme, apprezziamo lo sforzo fatto dai laboratori privati di Vibo Valentia che hanno dato la loro disponibilità ad effettuare i tamponi rapidi sulla intera popolazione scolastica delle scuole elementari e medie di Vibo Valentia”. E’ quanto si legge in una nota del comitato formatosi a difesa del diritto degli studenti di proseguire l’attività scolastica esclusivamente con la DAD rigettando la possibilità di tornare a scuola in presenza poichè non sussistono attualmente le condizioni per garantire il ritorno in classe in sicurezza.

Lo screening in atto non è risolutivo. “Rileviamo – proseguono – tuttavia delle criticità che ci spingono a rimanere prudenti circa il rientro a scuola. Non ci interessa alimentare le polemiche scatenate sui social in merito agli assembramenti che si sono creati per via della condizione dei luoghi ed a causa dell’importante adesione alla lodevole iniziativa, ci preme piuttosto evidenziare che lo screening in atto si limita a fotografare l’attuale situazione e che per questo non può essere risolutivo. Siamo tutti ben consci, infatti, che il contesto epidemiologico è in costante evoluzione e che è innegabile che la prossima settimana si renderà necessario un nuovo screening della popolazione scolastica almeno fino a quando non si riducano i contagi”.

L’Asp deve dare conto dei numeri. Auspichiamo, dunque, che sulla scorta dell’ottimo esempio offerto dal privato, si attivi chi di competenza, anche alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi ed accade continuamente. Sappiamo tutti che la tracciabilità è saltata – siamo indietro di circa due settimane – per l’enorme mole di lavoro da svolgere ed il numero esiguo del personale (solo sette operatori per tutta la provincia di Vibo Valentia, per contattare i positivi ed i loro contatti, con migliaia di telefonate al giorno da gestire). E’ un problema serio, serissimo, perché i ritardi fanno sì che molti positivi potrebbero circolare  liberamente (ed in effetti è stato accertato che lo fanno), favorendo così la diffusione del contagio. L’ASP deve dare conto dei numeri e delle criticità, perché non è sufficiente pubblicare solo i dati dei positivi.

Lumi su tracciamento. “Conseguentemente, è molto più importante conoscere: se si riesce a tracciare o meno la catena del contagio; anche nel primo caso bisogna che ci dicano in quanti giorni si riescono a tracciare i contatti stretti di ogni positivo; dopo quanti giorni dal tracciamento vengono effettuati i tamponi (teniamo presente che la quarantena dura solo dieci giorni); dopo quanti giorni si ottiene il risultato dei tamponi; quanto sia affidabile questo risultato, visto che, ad esempio, il metodo utilizzato a Vibo è diverso da quello utilizzato a Catanzaro ed è meno affidabile. La popolazione ha diritto di sapere le misure adottate e le soluzioni proposte. La popolazione ha diritto di contare su un sistema sanitario adeguato ad affrontare l’emergenza anche e soprattutto con ospedali attrezzati e posti letto in numero adeguato”.

“Non si può, poi, non considerare che andiamo incontro alla parte più rigida dell’inverno e ciò significa che bisognerà gestire non solo il virus, ma anche i sintomi influenzali. Da protocollo, infatti, chiunque presenti sintomi compatibili con il Covid-19 non può partecipare alle lezioni in presenza e non può fruire neanche della didattica a distanza configurandosi, questa volta davvero, una compressione del diritto allo studio che non è, invece, compromesso in DAD. La didattica a distanza consente, infatti, la fruizione dei programmi e delle lezioni, grazie all’innegabile impegno profuso dagli insegnati e tutela anche la salute degli studenti  e delle famiglie. Un plauso va anche all’iniziativa del Comitato “Chiedo per i Bambini” diretta a raccogliere fondi per l’acquisto dei sanificatori d’aria da utilizzare nelle classi”.

“Combattiamo  – concludono – la stessa battaglia con un solo, ma importante, distinguo: secondo noi prima si devono ottenere le condizioni necessarie ad un rientro in sicurezza e che tenga conto di quanto già scritto in precedenza; solo ottenute determinate garanzie, si devono far ritornare i nostri figli a scuola. Ci permettiamo di aggiungere che riteniamo che questo atteggiamento sia guidato dal buon senso, attesi i fatti più che notori di una tracciabilità inefficace, di una forbice piuttosto ampia e preoccupante tra numeri reali ed ufficiali e dunque di livelli di contagio piuttosto allarmanti e di comportamenti che costantemente violano la normativa emergenziale. Senza dimenticare che i giudici si attengono ai dati ufficiali, ma i nostri bambini vivono nel mondo reale”.

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