Elezioni regionali, dopo il rinvio la Calabria verso una “colonizzazione”

Le opzioni a destra e a sinistra messe sul tavolo prima della pausa natalizia sembrano tutte congelate mentre si fanno strada personaggi che vivono oltre il Pollino

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Il rinvio delle elezioni regionali ha finito per raffreddare, su tutti i fronti, le trattative per arrivare ad individuare un candidato governatore. Caos calmo, dunque, in attesa che si vadano a delineare gli schieramenti e si riesca a trovare la quadratura del cerchio. Il vero ed unico elemento di novità, in questo frangente iniziale dell’anno solare, è costituito da un’idea, tutt’altro che peregrina, che sta balenando nelle segreterie dei partiti e tra i leader delle coalizioni: vale a dire, fa arrivare in Calabria personalità che vivono lontano da questa regione, per evitare che prevalgano le solite logiche di spartizione ed in ossequio ad alcuni principi ripetutamente decantati a destra come a sinistra. Il caso de Magistris potrebbe essere soltanto il primo di una lunga serie. Da qui a qualche settimana, si susseguiranno verosimilmente nomi di luminari che, probabilmente, non ricordano dove sia la Calabria e non riuscirebbero ad individuarla bene nemmeno sulla cartina geografica. Ma tant’è. Questa è la moda passeggera del momento, alla quale -bisogna dire -la mala politica calabrese, che si configura spesso anche come malasanità e malaffare più in generale come dimostrano le inchieste della magistratura, hanno contribuito non poco.

Insomma, la Calabria diventerà davvero terra di conquista, senza più una classe dirigente da poter sottoporre al giudizio del popolo? E’ tutto marcio quel che si aggira nelle nostre stanze del potere? Servono de Magistris ed altri per riportare alla normalità una Regione che vede la sua sanità – nella quale viene impiegato quasi l’80% del bilancio – commissariata da dieci anni senza alcun risultato e dove i vaccini continuano ad essere somministrati in modo più lento che nel resto del Paese? Chi vivrà (ancora solo qualche mese) vedrà…e magari potrà anche dare “un’ardua sentenza”

I primi nomi. Intanto, alcuni nomi sono stati fatti nelle passate settimane, a destra e a sinistra. Ed erano ipotesi tutt’altro che peregrine. Forza Italia, alla quale in condizioni normali spetterebbe la scelta del candidato governatore, aveva messo sul tavolo due possibilità: una portava dritto al parlamentare cosentino Roberto Occhiuto, vice-presidente dei deputati azzurri e fratello di Mario, il sindaco bruzio fatto fuori da Salvini e compagni lo scorso anno sul presupposto che avesse qualche problema con la giustizia. L’altra strada, invece, era quella lungo la quale si era fatta strada e non poco, aprendosi varchi significativi in una trattativa complessa, il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, sostenuta dal senatore Giuseppe Mangialavori. Tutte le altre piste battute, dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo a Fulvia Caligiuri erano apparse meno plausibili. A sinistra, invece, il dialogo intavolato da Pd e Cinquestelle aveva finito per coinvolgere altre frange della coalizione e della società civile, mondo dell’associazionismo incluso. Il no a Carlo Tansi come governatore aveva stoppato la trattativa. Il Pd -come di consueto -era rimasto a guardare, pensando di usare i tatticismi necessari a scardinare gli equilibri interni. Ovviamente, senza successo. E intanto, si era aperta la prospettiva che portava a Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, ma certo non la persona ideale per aggregare visto che, ogni qualvolta si esprime, prende posizioni che finiscono per dividere. Infine, quando le acque si erano ormai calmate ed era arrivato il rinvio, ecco spuntare l’opzione de Magistris. Per un possibile polo civico, il vecchio terzo polo ( di sinistra) che potrebbe diventare il secondo e relegare i dem – se non si trovasse un’intesa – sul gradino più basso del podio. A proposito, è tornato in campo “don” Mario Oliverio. I cecchini che lo avevano dato per morto in tempi non sospetti sono avvisati. Non vincerà ma potrà far perdere molti altri!