Vibo, grido di aiuto di una giovane donna: “Ho bisogno di lavorare, non si può andare avanti così”

Francesca, 30 anni, è una Oss che cerca disperatamente un'occupazione: "Come fa una ragazza a costruirsi un futuro se non gli viene data la possibilità di lavorare?". E lancia un appello al sindaco Limardo e al commissario dell'Asp Giuliano

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“Sono Francesca, ho 30 anni, e voglio chiedere aiuto perchè non si può andare avanti così”. Inizia così la lettera che una giovane ragazza vibonese ha scritto a Zoom24: un vero e proprio grido di aiuto per raccontare la sua difficile situazione e chiedere il supporto delle istituzioni. “Cerco di inserirmi nel mondo del lavoro visto che siamo in piena pandemia Covid 19 – ci racconta – ma niente. Io sono un operatore socio sanitario (Oss), ho presentato una richiesta scritta all’Asp dicendo che vorrei poter aiutare, ma niente. Leggo tutti i giorni articoli dove si dice che l’ospedale di Vibo è in difficoltà, con diversi reparti che hanno carenza di personale. Di recente sulla stampa è stato pubblicato un articolo riguardo un paziente Covid ricoverato nel reparto di Medicina dove l’igiene era zero, allora sorge spontaneo chiedersi se abbiano Oss e infermieri a sufficienza”.

L’appello. Da qui l’appello a tutti coloro che possono fare qualcosa: “Chiedo aiuto al commissario dell’Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano, al commissario alla sanità calabrese Guido Longo, e al sindaco di Vibo Valentia (nonché responsabile delle Politiche sociali che ha voluto tenere per sé questa importante delega proprio per ‘stare vicino a chi ne ha bisogno’, ndr) Maria Limardo, per darmi la possibilità di lavorare. Ho voglia di lavorare, desidero un lavoro qui dove sono nata per costruirmi un futuro e una famiglia. Vorrei poter avere un incontro con loro per poter esprimere la mia opinione, perchè io credo in loro”. Il tutto con un’amara considerazione: “Molti giovani sono costretti ad andare via – evidenzia Francesca – perchè la Calabria rimane sempre la povera regione che non può aiutare nessuno, se non si hanno conoscenze”.

“Come si costruisce un futuro senza lavoro?”. Racconta quindi di aver cercato e cercato lavoro più volte, di impegnarsi ormai attivamente da tanto tempo per trovare un’occupazione, ma la risposta è sempre che “non avevo abbastanza esperienza”: “Ma come fa una ragazza a costruirsi un futuro – si domanda amareggiata – se non gli viene data la possibilità di lavorare?”. Il risultato, che spesso non si vuole vedere, è che “qui da noi vince l’illegalità”.

“Calabria può essere terra della buona sanità: assumiamo”. Ricorda quindi il focolaio di Piscopio, che ha colpito la comunità vibonese, con tutti i problemi causati dalla “carenza di personale”: “Allora assumiamo – chiede Francesca – perchè la sanità calabrese può funzionare solo se vogliamo, l’ospedale Jazzolino ha bisogno di operatori socio sanitari in questo momento, con o senza esperienza. In piena pandemia, al Nord, giovani infermi hanno iniziato a lavorare per poter dare una mano, eppure erano senza esperienza. Siamo Oss, coloro che curano l’igiene del paziente. Facciamo che la Calabria brilli e che non venga considerata solo per il bel mare, la cipolla di Tropea o i salumi. La Calabria può essere considerata anche la terra della buona sanità”.

Le istituzioni accoglieranno la richiesta di aiuto? Ricorda così, infine, la sua personale esperienza. Una madre molto malata, che ha perso lo scorso anno, con tutte le conseguenze che ne sono derivate. Con un ringraziamento a quello che è stato un esempio di buona sanità, ovvero il reparto di Neurologia dell’ospedale di Vibo, con a capo il primario Franco Galati “che guida un reparto eccellente dove i malati vengono trattati come figli, così come anche la caposala è una persona molto disponibile”. “Spero che questo grido di aiuto – conclude – mi aiuti ad avere un incontro per poter dimostrare che l’operatore socio sanitario serve”. Le istituzioni – in primis il sindaco Maria Limardo che ha le deleghe alle Politiche sociali, ma anche il commissario dell’Asp vibonese Giuseppe Giuliano – resteranno indifferenti all’appello di Francesca, o accetteranno la sua richiesta di un incontro?

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