Video

Rinascita, arresto di Pugliese e l’applauso dei familiari. Gratteri: “Latitanti soggetti pericolosi” (VIDEO)

"Saro Cassarola" è stato catturato a Bivona, in una palazzina, con 2mila euro in contati e il frigo pieno. Il capitano Bui: "Si tratta di un duro colpo per la locale di Vibo"

Alle 4 di questa notte i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, insieme allo squadrone eliportato Cacciatori Calabria, hanno arrestato il latitante Rosario Pugliese, conosciuto anche come “Saro Cassarola”. L’uomo, 55 anni, è considerato dagli inquirenti uno degli elementi di spicco della cosca dei Cassarola che controllerebbe il quartiere “Affaccio” del capoluogo di provincia. “È una buona notizia arrivata subito dopo il rinvio a giudizio” ha commentato il procuratore Nicola Gratteri, in tuta, scusandosi per l’abbigliamento “ma prima che mi chiamasse il comandante Bruno Capece stavo facendo un sopralluogo per l’aula bunker, che sarà inaugurata il 15 dicembre”. Il riferimento iniziale è alla decisione del Gup che, due giorni fa, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati – tranne uno oramai deceduto – nel procedimento nato dalla maxi operazione Rinascita Scott, in cui lo stesso Pugliese è imputato per associazione mafiosa.

“Latitanti soggetti pericolosi, fuori controllo”. “È una notizia importante – continua Gratteri – che dimostra come le forze dell’ordine non si fermano. Non è concepibile che su questo territorio ci possano essere latitanti importanti, significativi. Parliamo di promotori dell’associazione di stampo mafioso. Per noi era una priorità, in quanto i latitanti sono pericolosi”. Si tratta, ha evidenziato il magistrato antimafia, di “soggetti fuori controllo che hanno bisogno di protezione e, per ottenere copertura, possono anche minacciare e vessare persone”. Non meno importante, poi, il fatto che “essere latitanti sul territorio è un’ulteriore forma di arroganza e di manifestazione del potere”.

L’applauso dei familiari. Cassarola è stato catturato a Bivona, in una palazzina intestata ai familiari. Da qui il forte dubbio che sia stato aiutato dagli stessi familiari durante l’anno di latitanza, anche in virtù del frigo trovato pieno e della casa ben servita. A pesare, probabilmente, anche il progetto di omicidio nei suoi confronti. “Aveva con se solo denaro contante, 2mila euro – ha commentato il capitano Alessandro Bui – ed era stato molto a attento a non usare strumenti che potevano essere intercettati. Crediamo sia sempre rimasto nella provincia di Vibo. Al nostro arrivo ha fatto scena muta, solo i familiari, giunti al Comando, hanno fatto un applauso in suo favore”. “Si tratta di un duro colpo per la locale di Vibo – ha concluso – e in particolare per la ‘ndrina dei Cassarola, che è la promanazione del potere mafioso dei Fortuna”.

I cinque ancora latitanti. Il lavoro delle forze dell’ordine adesso continuerà per ricostruire la rete dei favoreggiatori. Tra gli indagati nella maxi inchiesta Rinascita Scott rimangono adesso, ancora a piede libero, in cinque: Domenico Cracolici, Salvatore Morelli, Domenico Tomaino, Agostino Papaianni e Pasquale Bonavota.

Più informazioni