Economia & società

Coronavirus, Società Italiana di Pediatri: finora otto decessi tra bambini e ragazzi

L'appello: "Riprendere la didattica in presenza è fondamentale per evitare che alla crisi sanitaria ed economica se ne aggiunga una educativa e sociale dalle conseguenze pesanti"

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Sono stati 8 i decessi per Covid-19 finora registrati nei bambini e nei ragazzi da 0 a 19 anni dall’inizio dell’epidemia, a fronte degli oltre 52.000 decessi registrati tra gli adulti. Sempre dall’inizio della pandemia il numero complessivo dei contagiati in questa fascia d’età è stato 149.219, pari al 12,2% del totale.

A fare il punto, sulla base degli ultimi dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e aggiornati al 18 novembre, è la Società Italiana di Pediatri (Sip), in occasione della conferenza stampa di presentazione del Congresso Straordinario Digitale “La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2”.

La pandemia e i bambini
Il ritardo di diagnosi per patologie gravi, le terapie interrotte e gli accessi al pronto soccorso pediatrico ridotti in media del 40%, sono alcune delle conseguenze della pandemia Covid sulla salute dei più piccoli invece, secondo la Società Italiana di Pediatria (Sip).

“A farne le spese sono soprattutto i più fragili, cioè quel milione di bambini con patologie croniche complesse che, durante le fasi più acute della pandemia, si sono trovati nella impossibilità di seguire i controlli, di raggiungere gli ospedali e spesso anche gli ambulatori dei pediatri di famiglia, con conseguenze negative sul piano clinico e psicologico”, ha spiegato Giovanni Corsello, past president Sip, intervenendo alla presentazione del congresso “La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2” che si apre domani e in programma sino al 28 novembre.

Scuola, rischi psicologici e deficit formativi
Riaprire le scuole è “cruciale” e “urgente”. L’appello arriva sempre dalla Società Italiana di Pediatri (Sip): “E’ più facile che sia un adulto ad infettare un bambino che viceversa – spiega Rino Agostiniani vicepresidente Sip – e gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione mostrano che le scuole sono luoghi sicuri: gli studenti contagiati erano 5.793, lo 0,08 % del totale, i docenti 1.020, cioè lo 0,13%, e il restante personale scolastico 283, lo 0,14%”.

Preoccupano, invece, le crescenti evidenze sui danni provocati dall’isolamento come ansia, disturbi del sonno, disordini alimentari. “E’ urgente la ripresa delle scuole in presenza – aggiunge Agostiniani – per evitare che alla crisi sanitaria ed economica se ne aggiunga una educativa e sociale dalle conseguenze pesanti. Lo Stato può intervenire con ristori economici, ma non può sostituire i benefici portati dalla frequenza scolastica; un bambino di 6 anni non avrà più 6 anni e ciò che perde in questi mesi lo avrà perso per sempre”. Dalle scuole, infine, potrebbe passare in parte anche la lotta al Covid-19 e ad altre malattie. “La Sip – conclude il presidente Sip Alberto Villani – da tempo chiede l’inserimento dell’educazione sanitaria come materia d’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, dall’asilo alle superiori”.