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Acqua, bollette “salate” a Vibo Valentia: “Non bisogna fare confronti con lo scorso anno”

Le tariffe sono aumentate anche a causa di accise necessarie ad aiutare i terremotati del 2012, mentre solo i residenti di Vena Inferiore potranno chiedere uno sgravio per la non potabilità

comune vibo valentia commissione consiglio comunale

Le bollette “pazze” dell’acqua, spedite ai cittadini di Vibo Valentia negli ultimi giorni, sono arrivate nella prima commissione consiliare di palazzo “Luigi Razza”. Una serie di domande poste dai consiglieri comunali, che hanno visto sostanzialmente d’accordo maggioranza e opposizione, al dirigente Domenico Scuglia, per cercare di capire quali sono le cause che hanno portato a scrivere cifre elevate all’interno delle ultime bollette. In sintesi, c’è stato si un aumento generale della tariffa, ma i casi di “bollette pazze” sono riconducibili o a letture presunte (quindi non basate sui consumi), o a consumi reali accumulati negli anni e mai pagati.

Nuove accise per il terremoto del 2012. “Non bisogna ragionare con gli schemi del passato, l’errore più grande – ha esordito Scuglia – è fare un confronto con le bollette degli scorsi anni. È un mondo completamente nuovo, c’è stato un radicale cambiamento”. Ci sono infatti delle nuove spese di carattere generale, le famose accise, di diverso tipo: da quelle per finanziare il rinnovamento della rete idrica, o per il bonus sociale idrico, a quelle “a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2012”. Tutti elementi previsti dall’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e per i quali l’Amministrazione non ha potuto fare nulla. A ciò si aggiunge un procedimento sanzionatorio della stessa Arera che si è accorta che il Comune di Vibo aveva aumentato le tariffe a seguito della dichiarazione di dissesto nel 2013: non è stata data comunicazione preventiva e l’aumento doveva avvenire in modo graduale. E, per questo, Arera ha applicato una sanzione di 180mila euro.

Amministrazione pubbliche che non pagavano. Il costo complessivo del servizio idrico integrato (ovvero quanto paga complessivamente il Comune di Vibo), spiega poi il dirigente, è di 3 milioni e 911mila euro per circa 16mila utenze. “Sono stati fatti però dei controlli sulle grandi utenze, e c’erano amministrazioni pubbliche – come i Vigili del fuoco, l’Agenzie delle Entrate e la Capitaneria di porto – che non erano censite. Prima di rivolgerci ai cittadini abbiamo quindi controllato loro”. Il problema di fondo, spiega Giuseppe Cutrullà, è che “la lettura presunta viene fatta sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare. Ma se il consumo è minore di quello presunto basta venire in municipio, con la foto del contatore, e la bolletta verrà rettificata immediatamente”. Le letture “presunte”, però, sono solo una parte: “Abbiamo effettuato letture pari al 60% dei contribuenti – evidenzia Scuglia – a cui si aggiungono le autoletture che portano la cifra al 70%. E siamo nella fase di acconto. Il 30% sarà effettuato per il saldo, arrivando quindi al 100%”.

Potabilità dell’acqua. Inevitabilmente il discorso è poi finito anche sulla potabilità dell’acqua. Il consigliere Antonio Schiavello, supportato sul punto anche dal consigliere Silvio Pisani, ha infatti ricordato che per Bivona e Vibo Marina era stata emanata un’ordinanza di non potabilità, con un conseguente sgravio del 50% sulla voce dell’acqua (non su tutta la bolletta, quindi, ma solo su una singola voce). Come anche nella frazione di Vena inferiore per la quale, ricorda Katia Franzè, “c’è un’ordinanza per cui non si può utilizzare l’acqua neanche per lavarsi, perchè è contaminata”. Per la stessa questione c’è inoltre, ancora in attesa di risposta, un’interrogazione di Giuseppe Policaro. “I cittadini ora – evidenzia Schiavello – si chiedono come mai quest’anno non sia stato effettuato lo sgravio. È stata ritirata l’ordinanza di potabilità?”. “Tutte le analisi del 2020 su Vibo Marina dicono che l’acqua è potabile” ha risposto il dirigente Scuglia. Per quanto riguarda Vena Inferiore, invece, l’acqua non era potabile (ma ultimamente sono stati fatti i necessari lavori), e per questo i residenti – solo ed esclusivamente se presenteranno apposito reclamo – potranno ottenere una rideterminazione della cifra.

Possibilità di rateizzare. Su tutta la vicenda delle bollette salate pesa, inoltre, anche la difficile situazione economica a causa dell’emergenza Coronavirus: “La bolletta che arriva – ha proposto Katia Franzè – dev’essere pagata in 4 rate, spalmate, non come avviene oggi con acconto e saldo a distanza di poco tempo. Le famiglie sono in difficoltà”. Questione posta anche da Pisani per coloro che si trovano a dover versare le cifre non pagate gli anni precedenti: “Anche per i casi di conguaglio – ha sottolineato – bisogna dare la possibilità di poter rateizzare”.

 

 

 

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