Il Coronavirus fa chiudere i locali. A Vibo il “Tribeca Bistrot” abbassa la serranda

L'ultimo DPCM obbliga la chiusura per bar, ristoranti, pizzerie alle ore 18:00. Uno dei più noti locali della città ha deciso di chiudere almeno fino al 24 novembre

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“Da stasera a data da destinarsi il Tribeca Bistrot resterà chiuso”. Lo scrive Filippo Lo Scala, proprietario del noto locale nel centro storico di Vibo Valentia, in un post su Facebook.

“Gli investimenti per riaprire in sicurezza, la sanificazione, la distribuzione di dispositivi di sicurezza per noi, per i nostri collaboratori e per i nostri clienti, il contingentamento dell’affluenza dei clienti e la relativa notevole perdita di fatturato per garantire la serenità dei nostri commensali e di noi stessi non sono serviti a niente di fronte alla cecità di un governo non capace di prevedere in otto mesi lo scenario che si sarebbe paventato e programmare come affrontarlo. Detto ciò, coprifuoco sia”.

“Troviamo ingiusto ogni provvedimento che non distingua, che non prenda atto che c’è chi ha fatto lo sciacallo e chi no.
A cosa è servito litigare con un cliente sì e un altro anche, perché non si attenevano alle disposizioni?
A cosa è servito educare, spiegare, rimproverare anche storici avventori, con l’intenzione di comportarsi il più correttamente possibile?
A cosa è servito rifiutare tavolate numerose?
A cosa è servito installare le barriere in plexiglas?
A cosa è servita la rigidità che ha preteso sempre il rispetto delle regole, e in piedi nel dehors no! e senza mascherina no! e in cinque a quel tavolo non ci potete stare! ‘E allora ce ne andiamo!’
A cosa è servito stazionare sulla porta per intimare il rispetto delle regole?
A cosa è servito pretendere responsabilità, da tutti gli avventori, incassando ovviamente molti consensi ma anche molto fastidio, insofferenza, alzate di spalle, se oggi chiuderemo tutti presto, tutti, sia chi si è comportato con decoro sia chi non l’ha fatto?
A cosa è servito rinunciare a incassi, non arraffare quanto più si poteva, quando col senno di poi avremmo potuto e dovuto farlo, visto che oggi siamo tutti sulla stessa barca: irresponsabili e responsabili, sciacalli e virtuosi. Si doveva controllare meglio. Premiare e punire”.

“Oggi – continua lo sfogo – chi ha fatto cassa indiscriminatamente può ben dire di aver fatto bene, visto che siamo tutti trattati allo stesso modo. Ci viene imposto un inutile e vile ‘mezzo lockdown’, una chiusura di fatto ma non dichiarata che impedisce l’invenzione, l’ideazione di qualsiasi nuovo modello di business. Speriamo almeno, ma dubitiamo fortemente, si ottengano i risultati sperati in termini di contenimento dei contagi”. “Impiegheremo il tempo libero, speriamo poco, per studiare e offrirvi sempre di meglio dal momento della riapertura. Nel frattempo – conclude – abbracciamo tutti coloro che ci vogliono bene, ci hanno compreso e sostenuto, e aspetteranno la nostra riapertura. Ci mancherete. Speriamo di darvi aggiornamenti prima possibile”.

 

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