Coronavirus, terapie intensive: in Calabria aggiunti solo 6 posti su 134 previsti

Arrancano molte regioni, con poche eccezioni. La Calabria tra le peggiori d'Italia: prima della pandemia c'erano 146 posti, adesso sono praticamente gli stessi

terapie intensive

Prima della pandemia, in Calabria, c’erano 146 posti di Terapia intensiva. Stando alle indicazioni del Governo se ne sarebbero dovuti aggiungere 134: un numero molto elevato per permettere all’affaticata sanità calabrese di poter gestire e affrontare senza problemi una seconda ondata. Quella che, adesso, ci troviamo ad affrontare. In realtà, riporta il Sole24Ore, ne sono stati aggiunti solo 6: meno 128 rispetto all’obiettivo indicato mesi fa.

Calabria tra le peggiori d’Italia. Secondo la mappa riportata dal quotidiano nazionale la Calabria – insieme ad altre regioni – è colorata di “nero”, segno che non ha minimamente c’entrato l’obiettivo previsto dal Governo. “Con le sole positive eccezioni del Veneto e della Valle d’Aosta, che hanno allestito più posti letto di quanto richiesto, e del Friuli Venezia Giulia che ha centrato l’obiettivo – scrive Riccardo Saporiti – il resto delle regioni italiane ancora arranca. La situazione peggiore in Umbria, dove nessuno dei 57 posti letto da aggiungere è stato realizzato. La migliore nel già citato Veneto: qui la richiesta era di aggiungere 211 posti in terapia intensiva, ne sono stati realizzati 331”.

La situazione attuale. Ad oggi, 26 ottobre, sono 10 i pazienti ricoverati in Terapia intensiva negli ospedali calabresi. Nello specifico: 4 a Catanzaro, 3 a Cosenza e 3 a Reggio Calabria. Numeri, purtroppo, in continuo aumento. Volendo poi fare un confronto con la prima ondata, il 24 aprile scorso i pazienti in Rianimazione erano 7. La domanda sorge dunque spontanea: la sanità calabrese è pronta a gestire una nuova ondata di Coronavirus, con numeri più elevati di marzo-aprile? Alla politica, ora più che mai, il compito di realizzare fatti e non solo promesse.