Ddi e controlli a casa: le aberrazioni dell’ordinanza che chiude le scuole

Impossibile applicare la Ddi: senza studenti in classe si dovrà ricorrere alla Didattica a distanza

didattica a distanza

Dad e Ddi. Due strani acronimi, ideati nel tempo del virus, per dipanare le dinamiche dell’attività didattica. Dad sta per didattica a distanza, un concetto da diversi anni iscritto nel vocabolario della scuola, applicato per la prima volta però solo dopo il lockdown disposto dal governo Conte lo scorso 4 marzo. Grazie alla Didattica a distanza, molti studenti hanno potuto continuare a seguire le lezioni da casa, collegandosi in video-conferenza con i rispettivi docenti. A un certo punto, però, si è capito che quel tipo di didattica – alle diverse latitudini del Paese- alimentava  differenze. Ergo, è iniziata una battaglia per riportare gli allievi in classe. Ma fare lezionie con 29 ragazzi in aula, in piena pandemia, era chiaro a tutti che sarebbe stato pressoché impossibile. E allora ecco la seconda magnifica invenzione del Ministero della Pubblica Istruzione: la Ddi, un’altra parolina magica che sta per Didattica digitale integrata. In che cosa consiste? Nella capacità di realizzare un mix tra attività seguite in presenza ed attività svolte a distanza. Proviamo a fare un esempio: una classe numerosa viene lasciata al 50% a rotazione dal dirigente scolastico presso la propria abitazione. Di conseguenza, chi si troverà in presenza assisterà regolarmente alla lezione, chi rimarrà a distanza dovrà fare uso dello strumento informatico per rimanere al passo.

Cosa si deduce da tutto questo? Un concetto semplicissimo: non si può fare didattica digitale integrata se si costringono – gioco forza – tutti gli studenti a stare lontani dalla scuola. In quel caso, l’unico strumento possibile da attuare è quello della Didattica a distanza.

Una lezioncina che gli uffici della Regione non hanno affatto appreso, forse perchè questa materia non sempre viene trattata a dovere e i funzionari magari non risultano formati come dovrebbero. Nell’ordinanza che dispone la sospensione delle lezioni fino al prossimo 13 novembre, infatti, si rimette in capo alle istituzioni scolastiche la rimodulazione delle attività magari tramite il ricorso alla Didattica digitale integrata. Ebbene, senza nemmeno uno studente a scuola la Ddi non esiste!!!! La Cittadella prima o poi lo imparerà!!

E magari imparerà anche a non suggerire alle scuole “controlli atti a verificare l’effettiva presenza degli allievi presso il proprio domicilio per tutto l’arco delle ore di lezione”. Come faranno i poveri presidi e i docenti a controllare che un 16enne segua da casa la lezione e non da altre postazioni? Le scuole non dispongono di eserciti nè di forze armate. L’unico “esercito” di volenterosi è quello dei docenti, sottoposto a uno stress psicologico, quantomeno negli ultimi sette mesi, inimmaginabile per chi è estraneo al pianeta istruzione. (t.f.)