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Autovelox e multe, ecco quando sono nulle. Marea di ricorsi

In Italia una normativa complessa e non così chiara. Come funziona

AUTOVELOX

Multe da autovelox e ricorsi? E’ una babele di sentenze. Tra le ultime: a Treviso un giudice di pace ha dato ragione a un automobilista per  “mancanza di regolare omologazione” del rilevatore di velocità,  richiesta invece “dall’articolo 142 comma 6 del codice della strada”. Insufficiente, ha stabilito la sentenza, il solo decreto dirigenziale “che si limita ad approvare l’esemplare dell’apparecchio utilizzato per il rilievo delle infrazioni” ed è rilasciata sulla base dei requisiti tecnici dichiarati dal costruttore. “Non può più accogliersi – scrive Luigi Rizzo – l’interpretazione di parte opposta che vorrebbe che i termini di approvazione ed omologazione siano da considerarsi sinonimi”. Principio fissato anche il 18 giugno 2015 dalla  sentenza 113  della Corte Costituzionale sull’obbligo di taratura periodica. Pochi giorni dopo ad Alessandria la Corte d’Appello è arrivata alla conclusione opposta.  Stefano Moltrasio, magistrato del tribunale piemontese, ha ribaltato  il verdetto di un giudice di pace. Così la sanzione annullata è tornata valida. Perché l’autovelox era sorvegliato da un agente della polizia locale. “L’interpretazione della normativa porta a ritenere che in presenza dell’omologazione le risultanze fanno piena prova circa il superamento dei limiti, mentre in caso di approvazione sarà necessaria la presenza di personale di polizia che attesti l’infrazione”, scrive il magistrato ordinario. A Treviso, invece, l’infrazione era stata rilevata da un apparecchio fisso, Red&Speed Evo.