Furti di auto e in appartamenti nel Vibonese: “Grave danno al territorio, aumentate le assicurazioni” (VIDEO)

Furti lampo in 50 secondi e pedinamento delle vittime prima di entrare negli appartamenti. Due vere e proprie associazioni a delinquere: ecco come agivano i 16 indagati

Veloci e organizzati. Rubavano le auto in meno di un minuto e poi le rivendevano su internet, colpendo soprattutto i turisti per evitare di “pestare i piedi” a qualcuno. Ma non solo: anche furti in appartamenti e villette di residenti, aspettando che piovesse o che i proprietari andassero ad un matrimonio, per poi rivendere la refurtiva. È quanto ha scoperto la Procura di Vibo Valentia, grazie all’attività dei carabinieri di Tropea, il “braccio armato dell’investigazione”, che alle prime luci dell’alba di oggi ha eseguito 16 misure cautelari (QUI i nomi degli indagati, di cui molti vicini ad ambienti criminali) nella località turistica della “Costa degli dei”. Si parla di un giro d’affari di circa 150 auto all’anno e numerosi appartamenti svaligiati.

Colpiti i turisti per paura di “pestare i piedi”. L’operazione – denominata “Apate”, come la dea dell’inganno – è partita dall’arresto di Filippo Saragò, 38 anni di Tropea: temporalmente le attività d’indagine sono iniziate ad ottobre del 2018 e terminate a maggio 2019, a cui sono seguiti circa 3 mesi di indagini tecniche con intercettazioni e pedinamenti. “Il dato di partenza – ha spiegato il procuratore Camillo Falvo in conferenza stampa – era il numero di furti di auto che oramai si protraeva da diversi anni a Tropea. La caratteristica principale, che accomunava i furti, era che si trattava di auto intestate a società di autonoleggio”. Il perchè è facile a capirsi: “Ci si muoveva in un territorio difficile, in mano alla criminalità – ha evidenziato il procuratore – per cui alcuni soggetti per non pestare i piedi a qualcuno hanno pensato di rubare le auto ai turisti che venivano da fuori”. Turisti colpiti, secondo i primi accertamenti, a Tropea, Ricadi – anche nel parcheggio della nota spiaggia di Grotticelle – Joppolo, San Calogero e vari paesi limitrofi.

Auto rubate in soli 50 secondi. Grazie all’intensa attività di indagine gli investigatori hanno capito che, dietro questi furti, c’era una vera e propria associazione a delinquere. Due, in particolare. Una prima – di cui sono accusati 11 soggetti – per furto e riciclaggio di auto. E una seconda – di cui dovranno rispondere altre 5 persone – dedita ai furti in abitazione. Il soggetto che secondo gli inquirenti collegava ed era al vertice di entrambe è Antonio Paparatto, 49 anni di Ricadi. L’attività di furto auto era “semplice”, quella “classica” ricollegata al furto d’auto: “Acquistavano delle auto incidentate – ha spiegato Falvo – sostituivano i documenti e le targhe con le auto rubate, e poi con una modifica del telaio e il cambio del motore le rimettevano in circolazione tramite i siti di vendita online”. Quelle incidentate, invece, venivano smontate e vendute come pezzi di ricambio, tanto che sono rimasti coinvolti nell’operazione anche due sfasciacarrozze, uno a Mesiano e uno a Rosarno. Il tutto con una grande destrezza: “Riuscivano a rompere il blocco dello sterzo, e usare una centralina generalizzata, in circa 50 secondi”.

Studiavano attentamente le vittime. A questa attività si aggiunge poi quella dei furti in abitazione. Ne sono stati accertati diversi con l’obiettivo, conseguente, di rivendere la refurtiva. I carabinieri hanno trovato, tra gli oggetti rubati, anche munizioni e un fucile con le canne mozzate (“che quindi doveva essere utilizzato per azioni delittuose di un certo tipo” ha sottolineato il procuratore Falvo). Un’attività per nulla lasciata al caso. Gli indagati, secondo gli investigatori, studiavano molto bene le vittime: in un caso hanno aspettato che i proprietari andassero ad un matrimonio a Tropea prima di entrare in azione. In un altro ancora, invece, hanno aspettato piovesse per poter usare gli ombrelli e non essere visti dalle telecamere.

Aumento delle assicurazioni e “quote rosa”. Il comandante provinciale dei Carabinieri di Vibo, Bruno Capece, ha inoltre sottolineato l’impatto sociale di queste attività: “Le tariffe assicurative su Tropea – ha detto in conferenza stampa – avevano superato quelle di Napoli. Le agenzie di autonoleggio indicano tuttora nelle brochure anche l’attenzione ai furti, ne è derivato quindi un grave danno al turismo”. A ciò si aggiunge il danno d’immagine “in termini di pubblicità negativa”. Oltre al fatto che ci sono, adesso, ignari proprietari che stanno circolando con le auto frutto di queste attività criminali. “Le due associazioni – ha infine sottolineato il capitano Nicola Alimonda, comandante della Compagnia carabinieri di Tropea – trovavano come sodali anche 3 donne, che avevano non solo compiti di vedetta per monitorare i movimenti delle forze dell’ordine ma addirittura facevano parte della filiera del riciclaggio, nel senso che monitoravano i siti internet per l’acquisto delle vetture incidentate”.

 

 

 

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