Economia & società

IL COMMENTO | Nei sacri Palazzi continuano ad aumentarsi agi e stipendi. Al popolo le briciole

L’ultimo esempio è quello offerto dal presidente dell’Inps che si è raddoppiato lo stipendio da 62mila euro annui agli attuali 150mila

Pasquale Tridico

Nell’Italia in cui ai cittadini viene chiesto ogni giorno, senza alcun rossore, dalle solite facce di bronzo, di avere fiducia nel futuro e nello Stato che vede e provvede (ma che in realtà non vede e non provvede ormai da tempo), succede che al presidente dell’Inps Pasquale Tridico viene raddoppiato lo stipendio che a conti fatti passa dai 62mila euro annui percepiti a inizio mandato agli attuali 150mila. E, udite e udite, tanto per completare l’opera, con effetto addirittura retroattivo. Al bisogno degli alti burocrati non si comanda. Esattamente il 50% in più di quanto percepiva il suo predecessore Tito Boeri (103mila euro). Aumenti sostanziosi, tanto per essere in buona compagnia, anche per i due vicepresidenti dell’ istituto e stesso trattamento per il presidente dell’Inail.

Inganno contro i cittadini. Tutto questo nell’ Italia della cuccagna che continua a privilegiare i soliti noti mentre ai cittadini normali che vivono solo di retribuzioni mensili al limite della sopravvivenza – per non parlare dei tanti poveri cristi, che uno stipendio vero se lo sognano solo la notte – viene raccomandato, visto e considerato che stiamo vivendo un momento difficile – di stringere la cinghia per il bene della nazione. Un inganno continuo da parte delle nobili istituzioni che in ogni occasione puntualmente predicano bene e razzolano male. Tutte. Nessuna esclusa.

Interessi di una ristretta cerchia. La vera verità è che il popolo viene spesso lasciato al suo amaro destino, con qualche accontentino elargito ogni tanto con paroloni di circostanza e tanto di telecamera e microfono, negli attuali frangenti, anti covid. Un modo per ammorbidirlo e se è necessario per stordirlo come si usava fare nei tempi bui del secolo breve, e noi pronti stupidamente a tendere l’altra guancia alla classe dominante di questo Paese, i cui rappresentanti ed esecutori di ordini si annidano come iene fameliche nella pubblica amministrazione per fare gli interessi di una ristretta cerchia di eletti e dei loro cortigiani.

Gli appelli al sacrificio valgono solo per il popolo. “Occorre fare sacrifici. Sulle pensioni bisogna stringere e poi stringere. Ognuno nel suo piccolo deve fare, fino in fondo, la propria parte. Solo così riusciremo a venirne fuori e a costruire tutti insieme un grande paese”. Queste le frasi che ci vengono propinate ogni giorno, a getto continuo, dagli stessi personaggi, che poi guarda caso sono i primi ad aumentarsi lo stipendio, gli agi, gli onori, la pompa magna e le pensioni”. Un fatto è certo: nei sacri palazzi si balla si continua a sguazzare e a ballare e a più non posso. Gli appelli alla lotta e al sacrificio valgono solo per il povero popolo governato.