Vibo, l’Ite ha iniziato l’anno scolastico in tutta tranquillità. Resta aperta la “querelle” con il Liceo “Capialbi”

Rimane il problema delle 8 aule già destinate al "Capialbi". Prova a fare chiarezza, il dirigente Modesti: "Le otto aule ci sono, quelli del Capialbi sono venuti solo ieri. Mi assumo io la responsabilità di ospitarli, ma solo con ingressi separati"

ragioneria

Nel cuore di Piazza Martiri d’Ungheria a Vibo ha avviato il nuovo anno scolastico anche l’ITE (l’istituto tecnico-economico, la vecchia ragioneria) diretto da Genesio Modesti. Una scuola con numeri relativamente bassi se comparati ad altri istituti con 350 studenti. Tutti, per come richiesto dai genitori degli alunni, sono stati sottoposti alla misurazione della temperatura corporea e su 350 solo ad uno studentessa è stata riscontrato una temperatura elevata che ha comportato il ritorno immediato a casa dell’alunna.

Prosegue la “querelle” sulle otto aule dell’ITE da destinare al “Capialbi”. Prova a fare chiarezza lo stesso Modesti: “E’ la soluzione forzata voluta dalla Provincia che non va bene. Hanno dislocato otto aule qui al secondo piano e sono tutt’ora disponibili per il “Capialbi”. Sono venuti ieri a mia insaputa a vedere, gli avevamo messo i banchi nei corridoi, ma se le classi non sono idonee non è un mio problema. Non possiamo fare altrimenti. Già il problema c’era prima del Covid, ma ora quest’emergenza ha complicato ancor più le cose. Occorrono entrate ed uscite separate, lo abbiamo chiesto alla Provincia. Le aule sono pronte da luglio, mancava solo un muro di separazione che è stato realizzato, ma da allora non è più venuto nessuno”.

Sì al Capialbi, ma solo con ingressi separati. “Noi siamo ripartiti utilizzando un’aula che utilizzavamo per la sala delle riunioni con 32 alunni in classe, uno spazio ampio dove possono stare. Qui non abbiamo particolari criticità, ma con le otto classi si creeranno problemi per come stabilito dalla perizia fatta tempo fa che stabilisce il tetto massimo di presenza di 370 alunni nei due piani. Questa è la capienza pre-Covid più sette laboratori, di cui due utilizzabili per la didattica. La Provincia aveva chiesto che li smantellassimo per renderli aule ed utilizzarli per altre scuole. Nel passato mi sono preso io la responsabilità di ospitare altri istituti, ma non riuscivamo a controllare, non sapevamo chi c’era dentro. Ripeto, rimane il problema della mancanza di ingresso separato e io devo tutelare molti miei professori e collaborati scolastici definiti fragili”

Prevenire il rischio contagio. “Il primo giorno è andato bene, abbiamo utilizzato due ingressi ed abbiamo accolto le prime a turno nell’aula magna, siamo riusciti a fare entrare tutti ed a fare lezione. Qui abbiamo spazi molto stretti, il problema della prevenzione del contagio è un problema di tutte le scuole, ma io sono responsabile dei miei studenti, dei miei docenti, dei miei collaboratori. Stamattina una nostra studentessa a cui abbiamo misurato la febbre come a tutti gli alunni è stata riscontrata la febbre, è stata nella sala Covid per un’ora e poi è venuta la mamma a prenderla perchè non poteva stare a scuola. Noi abbiamo potuto farlo, ma su 350 studenti lo posso fare. Il problema è proprio il Covid, la Provincia avrebbe dovuto trovare altre soluzioni e sono stato l’unico a prendermi la responsabilità, poichè ho avuto delle pressioni forti, di dire che me li prendo lo stesso queste otto classi, ma sempre con ingressi separati e dovrà venire qualcuno a sanificare gli spazi comuni. Non sono ancora venuti, se non ieri pomeriggio con gli uffici chiusi. E’ venuta la dottoressa Bellantoni, credo con il preside Scalamandrè, senza farsi registrare all’ingresso, hanno eluso il protocollo perchè noi dovevamo sapere, prendere atto. Sono entrati dentro a fare un giro nelle classi per vedere come era la situazione il giorno prima”.

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