Attualità

Referendum taglio parlamentari, Furci e le ragioni del SI’

Lo scrittore e storico meridionalista: "Un Parlamento pletorico non ha ragione di esistere. Nessun taglio all'esercizio della democrazia"

camera deputati-2-2
Al prossimo Referendum costituzionale, ogni cittadino è libero di esercitare il suo diritto dovere di partecipare al voto e di votare come meglio crede. Quella che è inaccettabile è la menzogna!
D’altronde, la storia umana è un concatenarsi di eventi dentro i quali la moltitudine agisce talvolta per intuito o da un interesse diretto del quale ha coscienza. In altre circostanze, viceversa, si sceglie perché costretti dall’arbitrio e le angherie dei pochi che profittano del bisogno e delle tante naturali debolezze che ognuno porta con sé; tra le tante debolezze vi è anche mancanza di conoscenza e di spirito critico per domandarsi il perché di una scelta rispetto ad un’altra.
Le pulsioni interiori, le percezioni dei fatti economici, politici, culturali e spirituali, che riguardano ognuno, sono talmente intime però, che soltanto con la menzogna si possono estorcere.
Quello che nel corso degli ultimi vent’anni accade sul piano delle scelte politiche, tuttavia, è la continua penetrante mistificazione dei fatti, sino ad arrivare alla menzogna e la falsità delle notizie per carpire il voto dei tantissimi cittadini distratti, di cui difficilmente si ha riscontri nel passato. Gli uomini politici o partiti che fossero, almeno dal 1946 in poi, la propria idea o programma erano abituati a manifestarli con chiarezza, con l’orgoglio e fierezza della propria idealità!
Il prossimo voto referendario costituzionale è di una semplicità unica: confermare una legge votata dalla stragrande maggioranza del Parlamento in quattro sedute distanziate nel tempo, che riduce i Parlamentari da 630 deputati a 400 e da 315 senatori a 200. In Calabria, quindi, si passa da 21 deputati a 13 e da 11 senatori a 6.
Nessun taglio all’esercizio della democrazia e men che meno alcun limite per nessuno a esercitare la propria rappresentanza, specialmente se si fa il raffronto con i mezzi e le conoscenze che ogni elettore può avere oggi; d’altronde, lungimiranti come sono stati, gli stessi padri costituenti hanno previsto questa seconda parte della Costituzione sempre aggiornabile e modificabile per adeguarla ai tempi evoluti! Molti del presunto fronte del no hanno votato per la modifica del titolo V sul regionalismo senza liquidarla come fanno oggi con la manomissione o, peggio ancora, aggiungendo che si potevano tagliare i privilegi che guarda caso i proponenti la riduzione stanno effettuando da sette anni senza il loro sostegno.
Cosicché, se nel 1946 per arare un ettaro di terreno s’impiegava circa 200 braccianti per sette giorni, ora con i mezzi moderni necessitano meno di due giorni con due trattoristi.
E se un Parlamentare per spiegare il suo programma a mille persone, disseminate in un territorio come la provincia di Vibo Valentia con 139 paesi, impiegava 100 assemblee in 50 giorni, oggi con le comunicazioni moderne, social, Tv, giornali e quant’altro in tre ore può raggiungere l’intera popolazione di circa 157 mila abitanti e con molti di loro puoi prendere anche un caffè.
Per queste semplici ragioni un Parlamento pletorico non ha ragione di esistere e men che meno rappresentanti che, eletti con un partito e un programma, in breve tempo traghettano da uno schieramento all’altro, beffando così gli elettori impotenti a difendere la propria scelta originaria loro delegata.
Votare SI quindi è la strada per iniziare un percorso che in breve, come giustamente si è passati dal trasporto con i buoi e l’asino agli aerei supersonici e dalle lettere cartacee alle e-mail, oppure dal voto con i ceci alla scheda con l’uso della matita, ci porterà all’utilizzo delle nuove tecnologie sotto il diretto controllo dello Stato di diritto che, contrariamente a quanto si afferma erroneamente, rispetto al passato può garantire il massimo di trasparenza e verità dei fatti!
Più informazioni